Il “porto secco” di Genova, almeno dal punto di vista ferroviario, sarà ad Alessandria. Dopo che sul tavolo della discussione erano emerse varie ipotesi, da quella di Rivalta a quella di Novi e non solo, l’ago della bussola ormai punta decisamente verso Alessandria. A maggio 2020 si è tenuta, in videoconferenza come impone l’emergenza sanitaria, la prima riunione operativa tra tutti i soggetti interessati, a partire da Rfi, insieme alle amministrazioni di Alessandria e Genova, Uirnet (la piattaforma logistica nazionale), il ministero dei Trasporti, la Fondazione Slala (Sistema logistico del Nord Ovest), l’Autorità portuale, e soprattutto il protagonista principale di questa nuova fase, vale a dire il sindaco di Genova Marco Bucci nella sua veste di commissario straordinario. Questo perché, se le acque del progetto si sono smosse è grazie alla legge speciale su Genova che ha previsto di destinare la somma di due milioni di euro per finanziare la redazione del piano infrastrutturale di Alessandria.
La scelta del capoluogo di provincia piemontese appare del tutto logica. Ad Alessandria è situato uno dei più vasti, per dimensione, scali ferroviari merci italiani che si estende per quasi un milione di metri quadrati e dispone di una quarantina di binari. Questo scalo è stato a lungo un protagonista di primo piano nella stagione del tradizionale smistamento merci ferroviario, quando si componevano e scomponevano i diversi treni raccoglitori verso le destinazioni assegnate. Poi la rivoluzione logistica giocata soprattutto sui treni completi e sui treni intermodali ha fatto venire meno questa esigenza è il grande scalo merci alessandrino è rimasto praticamente inutilizzato.
Ora la svolta arriva sulla spinta del progetto Genova e sull’esigenza, sempre più sentita, di creare un retroporto ferroviario, soprattutto in vista dell’apertura del Terzo Valico che sbuca proprio nell’alessandrino. Anche il cronoprogramma è ormai delineato: entro dodici mesi dovrà essere redatto il progetto di fattibilità tecnico-economica ed entro un anno e mezzo il progetto definitivo. Poi il via ai cantieri per l’adeguamento dello scalo alle nuove funzioni, ma sarà praticamente impossibile tagliare il nastro insieme a quello del Terzo valico.
Piermario Curti Sacchi