Il trasporto di container su treno da e per i porti è un elemento importante dell’intera modalità intermodale, ma anche per lo sviluppo dei porti, soprattutto quelli italiani che sono inseriti nel tessuto urbano e che quindi non hanno più potenzialità di crescita delle infrastrutture stradali. Gli scali italiani hanno visto un periodo di crescita dei treni container, però questa tendenza pare esaurirsi negli ultimi anni, secondo quanto ha denunciato Giuseppe Rizzi, direttore generale di Fermerci, nel convegno “Ferro-gomma-acqua: l'intermodalità e il porto di Genova”, che si è svolto a Genova.
L'associazione degli operatori ferroviari ha infatti mostrato un grafico (con dati tratti da Rfi) che mostra come il numero totale dei treni movimentati nei porti italiani sia passato dai 56.550 del 2023 ai 55.400 del 2024, con un calo del due percento. Lo stesso andamento emerge su un periodo più lungo, perché i convogli movimentati nel 2021 furono 58.600, quindi il calo del 2024 rispetto a quell’anno è del 5,46%. L’anno con maggiore movimentazione, dal 2021, è stato il 2022, con 59.200 treni, rispetto al quale nel 2024 il calo è stato di circa il 6,42%.
Rizzi afferma che questi numeri confermano “che il settore è ancora in crisi e sta affrontando una transizione infrastrutturale complessa”. In tale contesto, Fermerci ritiene positivo che la Legge di Bilancio 2025 permette alle Autorità di Sistema Portuale di stanziare sostegni per la manovra ferroviaria merci in ambito portuale e si augura che questa possibilità sia adottata dal maggior numero possibile di Asp. Rizzi aggiunge che “considerate le difficoltà infrastrutturali che dureranno fino al 2026, con picchi nel 2025, è fondamentale anticipare al 2025 il nuovo periodo tariffario che prevede la riduzione dei pedaggi per il trasporto ferroviario merci. L'Autorità di Regolazione dei Trasporti ha già espresso parere favorevole. Riteniamo che sia una misura indispensabile per sostenere il settore in questa fase critica”.
Il terminal portuale italiano che muove più treni è il Campo Marzio di Trieste, che nel 2024 ne ha operati 8.800, a fronte degli 8.900 dell’anno precedente (-1,12%) e dei 9.100 del 2021 (-3,3%). Segue il nodo della Spezia con 7.900 treni nel 2024, in contrazione sia rispetto all’anno precedente (-1,25) sia rispetto al 2021 (-3,66%). Al terzo posto troviamo Ravenna, con 7.400 nel 2024 e anche in questo caso la tendenza è in negativo sia rispetto al 2023 (-1,33%), sia rispetto al 2021 (-5,13%).
La situazione cambia leggermente a Genova Pra', il quarto terminal portuale per movimentazione ferroviaria: nel 2024 ha operato 7.100 treni, l’1,43% in più rispetto all’anno precedente. Ma resta in negativo del 2,74% rispetto al 2021. Il quinto terminal è Venezia Marghera SC, che nel 2024 ha movimentato 6.600 treni, l’1,49% in meno rispetto all’anno precedente e il 2,94% in meno rispetto al 2021.