Come era prevedibile, la battuta d’arresto c’è stata. Ad aprile 2020 in piena era lockdown a causa del coronavirus si è registrato un forte calo dei volumi di trasporto con un picco anche del 50%, ma già il mese successivo il taglio delle spedizioni si è limitato al 25%. Per Hupac, la società svizzera specializzata nel trasporto combinato strada-ferrovia, nel secondo trimestre 2020 si è invertita la tendenza positiva dei primi mesi dello stesso anno e soprattutto nei confronti del risultato definito storico del 2019. “L’azienda è finanziariamente sana e si è assicurata un’ulteriore liquidità in vista di uno scenario di crisi più lungo”, osserva Hans-Jörg Bertschi, presidente del Consiglio di amministrazione di Hupac e “ci aspettiamo una graduale ripresa dei volumi di trasporto in tutta Europa nella seconda metà del 2020”. Perché questo avvenga è però necessario prevede misure efficaci a sostegno del trasporto combinato. La Svizzera ha già assunto questo impegno, in Italia è stato confermato il ferrobonus, Hupac si attende che lo stesso avvenga anche in Germania, il più importante mercato e paese di transito in Europa.
Nel 2019 il Gruppo svizzero con sede centrale a Chiasso, per la prima volta ha trasferito oltre un milione di spedizioni dalla strada alla rotaia con un aumento del 10,5% rispetto all’anno precedente. Il fatturato ha raggiunto i 568 milioni di euro (+5,4%), mentre il risultato d’esercizio, seppur positivo, si è ridotto a 4,7 milioni di euro a causa sia degli effetti valutari negativi, sia per poste di bilancio straordinarie nel 2018. Positivi anche gli investimenti in terminal, materiale rotabile e tecnologie, che hanno raggiunto i 70 milioni di euro. Di questi, 30 milioni sono stati destinati a potenziare la flotta costituita da quasi 7300 carri (+5,9%) e 21 locomotori da manovra o di linea di proprietà. Mille di questi carri sono dotati di unità Gps per la geolocalizzazione, mentre 250 hanno il dispositivo di identificazione a radiofrequenza (Rfid) utile nella manutenzione predittiva.
Nei terminal sono stati investiti 35 milioni di euro: da segnalare che nell’ottobre 2019 Hupac ha acquisito la maggioranza della società terminalistica Cim Interporto di Novara, mentre restano da sviluppare in collaborazione con Mercitalia Logistics le strutture di Milano, Piacenza e Brescia. Importanti gli investimenti anche nelle tecnologie, con la digitalizzazione delle prenotazioni. Il terminal di Busto Arsizio-Gallarate ha esteso l’uso dei portali Ocr che rendono possibile ridurre i tempi di movimentazione di un treno fino a venti minuti.
Nonostante la battuta d’arresto per l’emergenza sanitaria, il 2020 è partito all’insegna di nuovi collegamenti. A gennaio hanno preso il via i giornalieri Rotterdam-Melzo e Novara-Pescara per i rimorchi a sagoma P400. In aprile è partito il primo treno shuttle tra Perpignan e Colonia per i rimorchi a grande sagoma, un’innovazione pionieristica per il mercato tra la Spagna e la Francia meridionale. Sempre in aprile è entrato in funzione il servizio feeder giornaliero Geleen-Moerdijk con ulteriori collegamenti verso il Regno Unito e l’Italia.
Piermario Curti Sacchi