A guardarlo dall’alto sembra proprio avere la forma di un collo di bottiglia, non in senso figurato, ma reale. Un grande terminal intermodale costretto a confluire di fatto in un semplice binario che a dispetto di un’infrastruttura così essenziale ne ha garantito l’operatività e una costante crescita dei traffici. È questo il Cim, l’interporto di Novara, gestito dal 2019 da Hupac come socio di maggioranza insieme al gruppo Gavio, dopo anni di governo nel solco delle partecipazioni pubbliche. Ma ora arriva la svolta. Con un investimento complessivo quantificato in sei milioni di euro il terminal novarese completerà i binari di accesso allo scalo che lo collegano attraverso il Boschetto (l’altro scalo oltre il Cim) alla stazione di Novara.
Sembra il lieto fine di una storia, ma la gestazione è stata piuttosto travagliata. Tra il Cim e la stazione di Novara scorre un torrente che però qui ha le sembianze di un canale, il Terdoppio. Un esile ponte ha garantito inizialmente un minimo di operatività per uno scalo che era già in crescita. A distanza di anni, con un investimento significativo è stato realizzato un triplo ponte che può ospitare fino a sei binari di raccordo, ma queste arcate in ferro per anni sono rimaste di fatto mute testimoni di sé stesse. Solo ora, insieme a un programma di sviluppo del terminal che riguarda anche la digitalizzazione di tutte le operazioni, sarà triplicato l’accesso allo scalo intermodale mettendo in esercizio tutti i nuovi binari di raccordo. Questi investimenti sono legati anche a una visione imprenditoriale di Hupac rispetto ai precedenti soci di matrice pubblica. Il Cim sta vivendo una decisa evoluzione, passando da un modello che presidiava il territorio a un modello di sviluppo. I numeri dello scalo intermodale parlando di 24 coppie di treni al giorno per i quali sono disponibili 12 gru semoventi. Vista la crescita dei traffici, in prospettiva non è mai tramontato un progetto di ampliamento del polo verso est, nell'area tra Pernate e Galliate.
Del resto, tutto l’areale merci di Novara è destinato a un’importante evoluzione. Rfi si è impegnata a investire 80 milioni di euro. Sono tre i progetti ormai definitivamente delineati: la bretella per collegare direttamente a nord lo scalo merci, la ricollocazione del terminal dell'autostrada viaggiante (RoLa) e l'adeguamento del fascio binari del Boschetto da ripensare secondo lo standard europeo da 750 metri. In particolare, la bretella merci parte a nord di Novara, dove si stacca dalla linea Novara-Domodossola e passando sotto l'autostrada A4 e la linea ad alta velocità Torino-Milano raggiunge direttamente lo scalo del nodo novarese. Viene quindi valorizzata la funzione di collegamento con la rete svizzera via Domodossola-Sempione e indirettamente anche via Luino. Fumosi invece i progetti verso sud, in direzione Alessandria-Genova dove ora esiste un raccordo a singolo binario con un attraverso stradale protetto da un passaggio a livello che taglia a raso tutto il piazzale, compresa la linea Torino-Milano.
Piermario Curti Sacchi