Dopo aver tagliato il traguardo del mezzo secolo di vita il 6 giugno 2023, l’interporto di Padova si appresta a raggiungere due importanti obiettivi, a breve e a medio termine. Il primo, entro l’anno, è la messa in funzione della sesta gru elettrica a portale su rotaia; l’altro, da sviluppare in più fasi, è la totale automazione delle attività del terminal intermodale. Già attualmente i gate di accesso stradali e ferroviari sono automatizzati.
Per i mezzi stradali è previsto il riconoscimento delle unità di carico, grazie a cinque gate in ingresso e tre in uscita. In pratica le telecamere dotate di tecnologia di riconoscimento ottico dei caratteri leggono la targa del mezzo insieme al numero di matricola del container. Inoltre, due portali ferroviari garantiscono il riconoscimento dei carri in entrata e in uscita per tutti i binari di carico e scarico. In questo caso, a essere letta, oltre alla matricola del container, è la marcatura del carro.
Il prossimo passo, da concludere in un orizzonte temporale di un paio d’anni, sarà quello dell’automazione integrale di tutte le operazioni di carico, scarico e stoccaggio. La novità più appariscente sarà la scomparsa della classica cabina sospesa sotto le gru a portale: all’inizio i gruisti potranno svolgere il loro compito da remoto in una sala controllo dedicata, ma in prospettiva ogni singolo passaggio sarà gestito completamente dai sistemi informatici centralizzati. A questo punto tutti gli operatori avranno solo il ruolo di supervisione. L’interporto di Padova si appresta quindi a diventare un punto di riferimento gestionale non solo italiano ma per tutta l’Europa.
Ne ha fatta di strada la società Interporto Padova da quando nei primi anni Settanta venne scelta l’area all’estremo sud della zona industriale, ben collegata alla rete autostradale per dare vita alla prima struttura intermodale (una curiosità: il neologismo interporto nasce proprio in questa occasione), promossa dagli enti pubblici locali e dalle Ferrovie dello Stato.
Dal primo terminal Fs successivamente potenziato con la stazione merci Padova Interporto, si è arrivati alla fine degli anni Novanta con la realizzazione del nuovo grande terminal intermodale. L’ultima evoluzione si è avuta il 5 ottobre 2023 con l’inaugurazione del terminal dedicato ai semirimorchi stradali che possono essere manovrati con le gru a portale prima riservate solo alla movimentazione dei container, insieme a un’area di sosta dove sono disponibili 215 stalli.
L’area intermodale dispone di 18 binari di carico e scarico, dieci dei quali lunghi fino a 750 metri secondo lo standard europeo e otto serviti dalle cinque gru elettriche a portale su binario. L’area complessiva dei terminal intermodali si sviluppa su 350mila metri quadri con una capacità complessiva di 750mila teu. Adiacente è dislocato lo scalo Fs con un fascio di 21 binari.
Nel 2022 sono stati lavorati 8mila treni con un transito di 600mila mezzi stradali. Oltre a un’ampia dotazione di magazzini logistici anche a temperatura controllata, l’interporto si caratterizza per disporre di uno dei più grandi impianti fotovoltaici con una produzione annua di energia pari al consumo medio di 5mila famiglie insieme a un impianto specifico per servire in autoproduzione le gru elettriche.
Piermario Curti Sacchi