Una delle prime conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina è stato il blocco dei porti ucraina, che si affacciano tutti sul Mar Nero. Ciò ha immediatamente creato una crisi alimentare, perché l’Ucraina è uno dei principali esportatori d’importanti prodotti agricoli, tra cui spiccano grano, mais e olio di girasole. Si stima che nella fase iniziale del conflitto siano stati congelati nei porti almeno venti milioni di tonnellate di tali prodotti. Per affrontare questa situazione si è cercato sia di riaprire il flusso marittimo, sia di trovare alternative terrestri verso altri porti europei.
Una delle principali soluzioni vede il trasporto delle derrate su strada o ferrovia sino al porto polacco di Danzica, dove sono poi imbarcate verso altri continenti. Durante la stagione di punta, nell'agosto 2022, sono stati esportati 4,6 milioni di tonnellate di grano, di cui 3 milioni via mare. I restanti 1,6 milioni di tonnellate di grano sono stati inviati su strada, ferrovia o nave sul fiume Danubio. Ma i vettori hanno dovuto affrontare l’imbuto causato dl diverso scartamento ferroviario tra Ucraina, che ha ancora quello russo, e i Paesi confinanti, che hanno quello europeo.
La crisi alimentare è stata analizzata dalla realtà intermodale AsstrA, che rileva anche il problema del numero limitato di trasportatori europei attrezzati per il trasporto di grano: “Durante la raccolta, nell’Unione Europa ci sono a malapena veicoli industriali sufficienti per muovere la produzione interna”, spiega Natalia Iwanowa-Kolakowska, vicedirettrice regionale per i Paesi dell'UE di AsstrA.
Per affrontare la crisi, Iwanowa-Kolakowska ritiene che bisogna “ottimizzare la capacità di trasporto e aumentare i vettori di cereali”, ma anche “migliorare l'efficienza dei valichi di frontiera ucraini, ad esempio migliorando la disponibilità di veterinari e costruendo magazzini temporanei al confine ucraino”. Un potenziamento necessario, perché nella prima metà del 2023 è previsto l’invio di almeno sessanta navi di grano ucraino verso l’Africa.
Alcune navi partiranno dal porto di Odessa, grazie agli accordi per aprire un corridoio marittimo d’uscita dalle coste ucraine, e saranno dirette Odessa in Sudan, Somalia e Yemen. Una prima nave pilota è già partita per l’Etiopia. A questo sforzo patecipa anche AsstrA con le sue soluzioni intermodali.