La scommessa è quella di far decollare una realtà rimasta quasi ai margini, frutto di una politica che ha privilegiato investimenti nelle infrastrutture perché creavano consenso e occupazione immediata, salvo poi relegare in un secondo piano, quasi fossero del tutto secondari, gli aspetti della gestione. Esempi di questo tipo sono presenti in diversi scali ferroviari merci, al nord (Domo II, Parco Roja, Cervignano) come al sud. Uno di questi è Maddaloni-Marcianise, nel casertano, dove sono concentrati impianti di diversa natura che hanno conosciuto destini più o meno felici: al primo posto c’è il piccolo scalo di Mercitalia, quindi una gigantesca stazione di smistamento e per finire un interporto.
Nello scalo casertano sono in corso alcuni lavori di adeguamento e potenziamento con l’obiettivo, e in un certo senso anche la speranza, di rilanciare una realtà rimasta un po’ in ombra. Migliorare il collegamento dello scalo merci di Maddaloni-Marcianise con la ferrovia Roma-Napoli via Cassino (il collegamento storico tra i due capoluoghi regionali) rappresenta una priorità per la funzionalità dello scalo campano. Ormai avviati i lavori per la sostituzione dell’armamento, si interviene anche sugli impianti compresa la posa della linea elettrica sulla tratta da sempre esistente ma di fatto inutilizzata che costituisce una bretella tra il Bivio Gricignano e Santa Maria Capua Vetere.
L’intervento si rende necessario anche in seguito ai lavori in avanzata fase di realizzazione della nuova linea ad alta capacità tra Napoli e Bari (via Foggia) che prevede una variante di tracciato. Quest’ultimo intervento finisce con il modificare definitivamente l’attuale Bivio Maddaloni rendendo impossibile accedere allo scalo per i treni merci che provengono da Cassino.
Il polo merci di Maddaloni-Marcianise è costituito sostanzialmente da tre realtà diverse. In primo piano c’è lo scalo Mercitalia, di dimensioni contenute, dotato di alcuni binari per il traffico convenzionale e per l’intermodale. Ma a dispetto della superficie ridotta, lo scalo ha un ruolo significativo in quanto rappresenta il terminal meridionale per il servizio merci ad alta velocità Fast con l’Etr500 nei collegamenti con Bologna. Accanto allo scalo c’è la grande stazione di smistamento, realizzata quasi quarant’anni fa, a dir poco sottoutilizzata, e adibita quasi solo a stazionamento e ricovero carri, in pratica un parcheggio, e pensare che il fascio tra arrivi e partenze dispone di una cinquantina di binari.
Lo scalo fa anche da terminal di manovra per l’Interporto Sud Europa, l’altra grande realtà ferroviaria del polo merci casertano. Qui su una superficie di 200mila metri quadrati ci sono diversi magazzini raccordati e lo scalo ferroviario costituito da alcuni binari di carico/scarico per i trasporti sia intermodali sia convenzionali. L’Interporto sta conoscendo una fase di rilancio, anche se resta forte la concorrenza del vicino Interporto Campano di Nola.
Piermario Curti Sacchi