La ferrovia del Brennero e l’interporto di Trento sono le due opere prioritarie da realizzare o potenziare in tempi rapidi per favorire la mobilità delle merci in tutta l’area trentina e altoatesina. Questa indicazione è contenuta in un Libro bianco messo a punto da Uniontrasporti, la società consortile del sistema camerale, insieme alle Camere di commercio di Trento e di Bolzano. Se appare quasi ovvia l’indicazione a favore della ferrovia del Brennero, asse di collegamento con l’Europa centrale, non è così scontata l’attenzione che invece viene rivolta all’interporto di Trento, indicato tra le dieci opere infrastrutturali da realizzare nella regione.
Questa indicazione è significativa, in quanto entrambi gli enti camerali delle due province riconoscono la valenza regionale del terminal intermodale, spingendo così la Provincia di Bolzano, rimasta finora defilata, a farsi parte attiva non solo sul lato gestionale attraverso la società Interbrennero ma anche in termini di sostegno finanziario, mai concesso. Le due camere di commercio, che in pratica sono la voce delle imprese, parlano della necessità di un rapido ampliamento dello scalo intermodale di Trento, legato a un convinto sostegno anche economico da parte di tutti i soggetti territoriali interessati. Per l’Interporto di Trento è pronto un progetto di potenziamento da 12 milioni di euro, dei quali 7,7 milioni arrivano dall’amministrazione provinciale di Trento, nulla, per ora, da quella di Bolzano.
Gestito da Interbrennero, l’Interporto trentino è collocato sull’asse del corridoio Ten-T Scandinavo-Mediterraneo e tra i vari servizi offre un terminal ferroviario dedicato anche all’autostrada viaggiante (RoLa) tra Trento e lo scalo austriaco di Wörgl. Nel suo complesso, il centro di Trento si estende su una superficie di cento ettari mentre lo scalo intermodale è dotato di nove binari di cui tre della lunghezza standard europea di 750 metri, mentre gli altri variano da 400 a 650 metri. L’obiettivo sostenuto dagli enti territoriali è quello di favorire in modo più significativo il trasbordo delle merci dalla strada alla ferrovia; da qui l’esigenza di potenziare la piattaforma.
I numeri contenuti nel Libro bianco offrono uno spaccato della realtà trasportistica della regione tutt’altro che esaltante. Un indicatore presente nel report è “indice di sintesi di performance infrastrutturale”. Considerata nel suo complesso, quindi mettendo insieme tutte le modalità, anche quella stradale, la provincia di Trento si posiziona al 68° posto in Italia, mentre quella di Bolzano al 93°. La classifica migliora se si considerano solo le infrastrutture ferroviarie. In questo caso Trento risale al 53° posto e Bolzano al 36°. Considerando la funzione di regione di cerniera costituita dal corridoio del Brennero non si può certo affermare che lo stato delle cose sia particolarmente brillante. Il salto di qualità, almeno dal punto di vista ferroviario, sia avrà con il tunnel di base e le nuove linee di accesso.
Piermario Curti Sacchi