La Commissione Europea rilancia per la terza volta la riforma della Direttiva del 1992 sul trasporto ferroviario intermodale, dopo che le due precedenti proposte furono respinte nel 1998 e nel 2017 dal Parlamento e dal Consiglio Europeo. La nuova proposta, presentata il 7 novembre 2023, rientra nel Pacchetto Greening Freight.
La Commissione vuole sostenere i trasporti intermodali che riducono le esternalità negative dell’autotrasporto di almeno il quaranta percento, usando anche la digitalizzazione. Un’altra importante innovazione, che riguarda la parte stradale, è l’esenzione ai divieti di circolazione temporanei (come quelli festivi) nel caso in cui il camion debba raggiungere un terminal intermodale, sulla base dei tempi di partenza dei treni, delle imbarcazioni fluviali o delle navi.
La nuova direttiva interviene anche sull’informazione, che nell’intermodalità è un fattore cruciale. Gli operatori dei terminal dovranno fornire sul web dati sui servizi e le strutture, mentre l’Unione Europea svilupperà un portale web per fornire informazioni di tipo normativo e amministrativo. L’obiettivo della riforma è ridurre di almeno il dieci percento il costo medio del trasporto intermodale porta-a-porta entro sette anni dall’introduzione della norma.
La proposta della Commissione Europea deve ora iniziare il consueto percorso di approvazione, che prevede il passaggio al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa, che potranno portare modifiche al testo. Sarà però molto difficile che ciò avvenga entro l’attuale legislatura, poiché l’agenda del Parlamento è già fitta e le elezioni avverranno a giugno 2024.