Operativo da maggio 2019, in poco tempo ha bruciato tutte le tappe. Il terminal ferroviario intermodale di Pordenone, inserito nell'interporto della città friulana, tassello dopo tassello è ormai una delle realtà logistiche più dinamiche della regione. A fine settembre 2019 è partito il primo treno con destinazione il Regno Unito e con convogli alla settimana nella fase iniziale. L'iniziativa vede in campo, oltre all'interporto di Pordenone, Lineas (uno dei maggiori operatori privati di trasporto ferroviario merci in Europa con sede in Belgio) e Hupac, la società svizzera che gestisce il terminal e con la collaborazione di Codognotto.
Quello in partenza per il Regno Unito, quindi in controtendenza rispetto al rischio Brexit, è solo l'ultima di una serie di relazioni avviate a pochissima distanza dal momento in cui il terminal è diventato operativo. Si è partiti a luglio 2019 con un collegamento interno trasversale per Novara, hub nelle relazioni lungo il corridoio "dei due mari", mentre a settembre 2019 si sono aggiunti i servizi verso il porto interno di Duisburg in Germania e quello belga di Zeebrugge affacciato sul Mare del Nord. Si è così arrivati a 14 treni la settimana.
A fine 2019 si prevede che i convogli in partenza dal terminal di Pordenone possano essere una trentina con l'obiettivo di arrivare a cinquanta nel primo trimestre 2020. Questo ovviamente è legato a un allargamento degli orizzonti sia verso l'Europa nord-occidentale e in particolare Rotterdam nei Paesi Bassi, sia verso l'est come Polonia e Serbia. L'interporto in effetti punta a fare da cerniera tra i porti dell'Adriatico (ma guardando fino alla Spezia), e l'Europa centro-orientale. Idealmente infatti si trova tra il corridoio europeo Baltico Adriatico, quindi nelle relazioni tra Italia e Polonia e il corridoio Mediterraneo che collega la penisola iberica con il confine ungherese. In continua evoluzione, lo scalo ferroviario intermodale si compone di sette binari di cui tre elettrificati per la presa-consegna dei convogli e quattro operativi che in prospettiva saranno tutti a standard europeo di 750 metri.
Piermario Curti Sacchi
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