"Non si comprende perché prende via il Fast Corridor stradale, ma quello ferroviario - che certamente è molto più coerente sia alle logiche europee delle Ten-T, sia al tema del controllo durante il trasporto – deve morire prima ancora di nascere per essere solamente testato", afferma Grasso in una nota diffusa il 27 aprile 2015. Poi, il vicepresidente di Assologistica si chiede "come possa l'Agenzia delle Dogane indulgere nell'agevolare una modalità di trasporto anziché un'altra".
Sull'attivazione dei corridoi stradali, Assologistica entra anche nella polemica che vede alcuni rappresentanti degli spedizionieri doganali e degli autotrasportatori contrari a tale provvedimento, perché penalizzerebbe gli operatori locali: "Sembra che molti di questi detrattori - presenti soprattutto nel sistema portuale del Levante ligure - non si rendano conto che solo rendendo più efficiente e flessibile il ciclo doganale, sia in import che in export, si può attirare più carico e, proporzionalmente, meno contenitori vuoti sulle nostre banchine".
La nota di Assologistica prosegue con una posizione netta: "Viene quindi da pensare che la modalità di trasporto possa influenzare le opinioni e le posizioni conservative di un certo tipo di operatori doganali: forse costoro hanno aggiunto alla loro professione originaria un'altra attività che è molto più lucrosa di quella che dichiaratamente sembrano voler difendere a spada tratta. Sono evidentemente diventati forti intermediari dell'autotrasporto".
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