A febbraio 2021 Maersk e Dfds hanno presentato il progetto Power-to-Ammonia, per la realizzazione del più grande impianto europeo di ammoniaca verde, da impiegare nei fertilizzanti e nella navigazione marittima in acque profonde, guidato dalla Copenhagen Infrastructure Partners - CIP, società di gestione fondi specializzata nell’offerta a livello globale di investimenti su misura in infrastrutture di energia rinnovabile e nel segmento greenfield.
Il progetto è supportato dalla città di Esbjerg, sulla costa occidentale danese, che ospiterà l’impianto, e da alcune grandi aziende del Paese, interessate all’impiego dell’ammoniaca verde in agricoltura e nel trasporto marittimo. Le compagnie marittime AP Moeller Maersk, la più grande del mondo, e Dfds, una delle principali di navi ro-ro, insieme a Aria Foods, cooperativa internazionale e settima azienda casearia mondiale, Danish Crown, il principale produttore di carne suina d’Europa, e DLG la principale azienda di forniture agricole in Europa, hanno sottoscritto con CIP, attraverso un memorandum di intesa, un’alleanza che ha avviato il dialogo con le Autorità danesi per il supporto all’uso di combustibili alternativi su larga scala e per il cofinanziamento pubblico dello studio di fattibilità del progetto.
L’impianto di elettrolisi da un GigaWatt a zero emissioni di Esbjerg, del valore di circa un miliardo di euro, si alimenterà con l’energia prodotta dai parchi eolici offshore del Mare del Nord, destinando il calore in eccesso al riscaldamento di circa un terzo delle abitazioni della città. CIP, che prevede di giungere alla decisione di investimento nel 2023, ha già iniziato la campagna di raccolta fondi, attirando importanti investitori, come il fondo pensione danese PensionDanmark, pioniere degli investimenti nell’eolico offshore.
Secondo i programmi, il progetto dovrebbe essere operativo entro il 2026, con una produzione annua di 50mila tonnellate di ammoniaca verde destinate all’alimentazione delle navi, e di 600mila tonnellate per la produzione dei fertilizzanti agricoli, attualmente prodotti con combustibili fossili che concorrono per circa 1,4% alle emissioni globali di CO2. L’impianto di Esbjerg sostituirà tutti i fertilizzanti importati in Danimarca, riducendo l’anidride carbonica nell’atmosfera di circa 1,5 milioni di tonnellate all’anno, equivalenti alla rimozione permanente di 730mila auto dalle strade.
Da tempo Maersk e Dfds si sono attivate per ridurre le proprie emissioni, e hanno in corso anche un’altra collaborazione per un impianto di produzione, su scala industriale, di idrogeno ed e-fuel, insieme a Copenaghen Airports, DSV Panalpina, SAS e Orsted. La struttura dovrebbe sorgere nella Greater Copenaghen Area. La prima fase del progetto riguarda la produzione di idrogeno rinnovabile, e dovrebbe entrare in funzione entro il 2023; con la seconda fase invece entro il 2027 si produrrà anche metanolo rinnovabile, utilizzando l’energia eolica di Bornholm; ed infine, la terza fase operativa entro il 2030, quando l’impianto eolico offshore di Ronne Banke, a largo dell’isola di Bornholm, sarà a pieno regime, consentendo una produzione annua di 250mila tonnellate di carburante eco-sostenibile per autobus, camion, navi e aerei, che permetterà di eliminare 850mila tonnellate di CO2 all’anno.
Intanto, sette anni prima del previsto, nel 2023 Maersk metterà in mare la prima nave carbon neutral al mondo, alimentata a metanolo. “C’è un vero senso di urgenza nel ridurre le emissioni delle navi e dobbiamo sviluppare combustibili scalabili a emissioni zero” ha commentato il capo della flotta e dei marchi strategici Maersk, Henriette Halberg Thygesen. La compagnia sta guardando all’ammoniaca verde come possibilità promettente, ed è in fase di sviluppo progettuale un motore a doppia alimentazione, che dovrebbe costituire l’alternativa energetica principale insieme a metanolo e alcol-lignina.
Torben Carlesen, Ceo di Dfds, ha sottolineato l’importanza che riveste la collaborazione tra utenti, produttori, società civile e scienziati per velocizzare la disponibilità di combustibili sostenibili e alternativi a quelli fossili, attualmente in uso, in quanto “un’alternativa fossile verde per le navi attualmente non esiste”.
“L’ammoniaca verde è un sostituto ideale per l’olio combustibile utilizzato sui traghetti, prodotta con un processo rinnovabile al 100% e privo di emissioni CO2” sottolinea la compagnia in un suo comunicato. Dfds, proprietaria di oltre 50 traghetti che rappresentano il 96% delle emissioni della azienda, si è posta l’obiettivo di ridurre del 45% le sue emissioni entro il 2030, e di approdare alla neutralità climatica entro il 2050.
In Italia, Dfds opera con le sue navi i traffici ro-ro con la Turchia diretti in Centro Europa, nel terminal Samer Seaport&Terminals, di cui detiene il 60%, al Molo V del porto di Trieste. Pochi mesi fa ha dato vita, in collaborazione con Alpe Adria, Mercitalia Rail Tx Logistik e Bayernhafen Gmbh, a una nuova linea di collegamento ferroviario merci Trieste-Norimberga, contribuendo a rafforzare ulteriormente l’intermodalità sostenibile del porto giuliano, mentre recentemente ha acquisito il grande operatore olandese HSF Logistics Group, espandendosi anche nei trasporti a temperatura controllata. Una ragione in più per perseguire la sostenibilità ambientale del trasporto merci.
Giovanna Visco