Un'importante scoperta per il futuro del motore diesel viene dall'istituto universitario École Polytechnique Fédérale de Lausanne, che è uno dei principali centri di ricerca della Svizzera. Riguarda la possibilità di estrarre la CO2 (diossido di carbonio e meglio conosciuta come anidride carbonica), che è uno dei principali gas a effetto serra che causano i cambiamenti climatici, galle emissioni di una qualsiasi combustione, compresa quella dei motori termici. Per farlo, i ricercatori svizzeri guidati da Berend Smit hanno sviluppato un nuovo materiale generando al computer 325mila materiali che possono legare (ossia catturare) la CO2, appartenenti alla famiglia delle strutture metalliche organiche (Mof). Poi tra questi hanno selezionato quelli che legano bene la CO2 senza legare l'acqua e poi hanno ulteriormente ristretto la selezione con parametri di efficienza, individuando così i 35 materiali che offrono la migliore capacità di catturare la CO2 dai gas di scarico umidi.
Dopo averli individuati al computer, i ricercatori li hanno sintetizzati, mettendoli così alla prova per confrontarli con materiali già esistenti. Gli esperimenti – svolti in collaborazione con l'Università della California Berkeley, l'Università di Ottawa, l'Università di Heriot-Watt e l'Universidad de Granada - hanno confermato i risultati del centro di ricerca svizzero. Il passo successivo, compiuto dalla squadra di François Maréchal, è stato lo sviluppo della tecnologia che permette di catturare la CO2 prima che esca dallo scarico di un veicolo industriale, renderla liquida e conservarla in un apposito contenitore installato sull'automezzo. Secondo gli sviluppatori, questo apparato ha un basso consumo energetico e si può inserire in unacapsula di 2mx,90mx1,2m con un peso che in un veicolo da 40 tonnellate non supera i 700 chilogrammi (contro 11 tonnellate di batterie necessarie per un camion elettrico dalle stesse prestazioni).
Ma che cosa succede alla CO2 resa liquida? Un aspetto interessante di questa soluzione è che il liquido si potrà svuotare in centri di raccolta, magari situati nelle stazioni di servizio che erogano il gasolio, e poi inviato in impianti dove un altro processo chimico azionato da fonti rinnovabili – come pannelli solari o pale eoliche – possono trasformare la CO2 liquida in idrocarburi, che possono alimentare i veicoli industriali, rendendo così circolare l'intero processo, che secondo i ricercatori può eliminare il 90% delle emissioni di CO2, mentre il restante 10%, non riciclabile, potrebbe essere compensato con la biomassa. L' École Polytechnique Fédérale ha già brevettato il sistema, che però deve ancora attraversare la fase cruciale della industrializzazione, prima di poter essere commercializzato. L'istituto universitario ha già aperto la porta agli investitori e agli imprenditori che intendono portare questa soluzione sulle strade. È interessante notare che la trappola di CO2 si può montare anche su veicoli industriali già in circolazione.
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