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  • Processo per lavoro nero alla Gefco in Francia

    Processo per lavoro nero alla Gefco in Francia

    In Francia è iniziato ad aprile 2025 il processo nei confronti della Gefco, ora controllata da Ceva Logistics, che è accusata di di sfruttamento del lavoro nero e di evasione fiscale. La sentenza è prevista a luglio.

    L’Europa mette in pausa le norme sulla sostenibilità d’impresa

    Con 531 voti a favore, 69 contrari e 17 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato il 3 aprile 2025 la proposta "Stop the clock", parte del più ampio pacchetto di semplificazione normativa Omnibus I. Il provvedimento modifica sensibilmente i tempi di attuazione di due direttive fondamentali per la transizione sostenibile europea: la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd). L’intento è da un lato favorire una maggiore competitività economica delle imprese europee in un contesto congiunturale incerto e dall’altro garantire una transizione più graduale e realistica verso gli obiettivi ambientali e sociali del Green Deal.

    La Csrd - che amplia gli obblighi di rendicontazione in materia ambientale, sociale e di governance - avrebbe dovuto coinvolgere fin da subito circa 50mila imprese in tutta Europa. Con la revisione introdotta dal pacchetto Omnibus, il perimetro si restringe: le nuove disposizioni si applicheranno innanzitutto alle aziende con oltre mille dipendenti, con un primo scaglione che vedrà le grandi imprese, quelle con più di 250 addetti, tenute a pubblicare i propri dati di sostenibilità a partire dal 2028, con riferimento all’anno finanziario 2027. Le piccole e medie imprese quotate, invece, inizieranno a rendicontare nel 2029, sui dati relativi al 2028.

    Parallelamente, anche l’altra direttrice della sostenibilità aziendale, quella della due diligence lungo la catena del valore, subirà un rinvio. La Corporate Sustainability Due Diligence Directive, pensata per prevenire e mitigare gli impatti negativi delle attività economiche sui diritti umani e sull’ambiente, concederà ora agli Stati membri tempo fino al 26 luglio 2027 per recepire la direttiva nelle rispettive legislazioni nazionali, posticipando di un anno il termine originario. Le imprese interessate saranno coinvolte in modo graduale: dal luglio 2028, toccherà alle aziende – europee o extraeuropee – con almeno 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro. Un anno dopo, dal luglio 2029, si aggiungeranno quelle con più di 3.000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato. La piena applicazione del regime, per tutte le imprese soggette, scatterà il 1° gennaio 2030.

    Insieme al rinvio delle scadenze, il pacchetto introduce anche una serie di semplificazioni. La frequenza dei controlli di due diligence non sarà più annuale, ma quinquennale. Inoltre, le aziende dovranno concentrarsi unicamente sui fornitori commerciali diretti, evitando oneri sproporzionati nella mappatura dell’intera catena di fornitura. Per le piccole e medie imprese, sono previste ulteriori limitazioni specifiche, volte a contenere il peso delle nuove disposizioni.

    La proposta “Stop the clock” attende ora solo l’approvazione formale del Consiglio dell’Unione Europea, che ha già espresso parere favorevole il 26 marzo scorso. Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore con effetto vincolante, lasciando agli Stati membri un margine temporale per adeguarsi entro il 31 dicembre 2025.

    Il pacchetto Omnibus non si limita però a rivedere il calendario: avvia anche una riflessione più ampia sulla coerenza e sull’efficacia del quadro normativo europeo in materia di sostenibilità. Una seconda direttiva, che sarà prossimamente discussa nella commissione giuridica del Parlamento europeo, punta infatti a unificare e armonizzare le discipline attualmente frammentate della Csrd, della Tassonomia e della Csddd.

    Per il settore del trasporto e della logistica, tra i più coinvolti nei processi di decarbonizzazione e nella trasformazione dei modelli produttivi, le nuove tempistiche rappresentano un’opportunità importante. Il rinvio consente alle imprese di prepararsi meglio, investendo in strumenti di raccolta dati, formazione del personale e adeguamento dei processi interni, senza la pressione di scadenze immediate. Ma attenzione a non interpretare questo slittamento come un allentamento degli obiettivi: la direzione di marcia resta invariata, e il tempo guadagnato deve essere usato per consolidare strategie di sostenibilità serie, credibili e coerenti con le aspettative del mercato e delle istituzioni.

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