Vecchie invenzioni per moderne esigenze. Sembra questo il presupposto della sperimentazione che la compagnia di navigazione Maersk inizierà a partire dalla prima metà del 2018. Infatti, con l'obiettivo di migliorare l'impatto ambientale delle sue attività, Maersk ha deciso d'impiegare una tecnologia degli anni Venti, realizzata dall'ingegnere tedesco Anton Flettner: le vele rotanti.
Si tratta di due rotori metallici di forma cilindrica alti trenta metri e del diametro di cinque, installati sul ponte della nave e che ruotano grazie all'utilizzo di un motore elettrico. L'interazione tra il movimento dei cilindri e la forza del vento fornisce una ulteriore forza propulsiva, che consente al natante di proceder risparmiando energia e diminuendo le emissioni nocive.
La base di questa innovazione è la legge fisica denominata "effetto Magnus" (dal suo scopritore Gustav Magnus), per cui un corpo rotante (i cilindri) investito da una corrente d'aria (il vento) genera una zona di bassa pressione da un lato e di alta pressione dall'altro. Questa differenza crea una forza di spinta perpendicolare alla direzione del flusso del vento e fa in modo che l'aria spinga il cilindro con una energia superiore a quella impiegata per la rotazione, il cui senso può essere modificato – per mantenere la rotta – secondo la direzione del vento.
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Per far girare i rotori sono richiesti 50 chilowatt di energia e in condizioni favorevoli di vento ognuno di essi può produrre l'equivalente di 3 megawatt di potenza, che comporta – secondo i tecnici – un risparmio di carburante tra il sette e il dieci percento, pari a circa 1000 tonnellate l'anno. Le vele cilindriche saranno installate su una nave cisterna Maersk lunga 240 metri, grazie al supporto di Norsepower, una società finlandese specializzata nella produzione dei rotori e in seguito avrà inizio la fase di test, che si concluderà alla fine dell'anno 2019.
Davide Debernardi
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