Un reportage pubblicato il 30 dicembre 2019 dall'Associated Press scrive che Amazon Logistics sta già impiegando nei cuoi magazzini 200mila robot. Più precisamente sono cobot, ossia macchine autonome che operano in collaborazione con il personale umano e che sono costruite dalla stessa società di e-commerce tramite la controllata Amazon Robotics (sorta sulla base della Kiva Systems, acquisita nel 2012 per ben 775 milioni di dollari). Questi robot sono piattaforme completamente autonome che trasportano moduli di scaffalature alti un metro e mezzo nelle stazioni dove gli operatori prelevano i colli per comporre le spedizioni. Solo nel 2019, Amazon Logistics ha raddoppiato il numero di questi cobot e ne inserirà altri. Il giornale racconta anche l'effetto negativo di tali macchine sui lavoratori dei magazzini che paradossalmente non riguarda la riduzione del lavoro (e quindi dell'occupazione), quanto viceversa l'aumento dei ritmi lavorativi, perché aumentano le richieste di produttività. Inoltre, Beth Gutelius, che studia lo sviluppo economico urbano all'Università dell'Illinois a Chicago, afferma che siccome i lavoratori non sono formati per operare insieme ai robot, può diminuire anche il livello di sicurezza.
Questa conclusione raggiunta intervistando alcuni lavoratori di Amazon sembra confermata da una ricerca del The Center for Investigative Reporting's Reveal, anch'essa citata dall'articolo dell'Associated Press, secondo cui i magazzini dove operano i robot hanno un maggior numero d'infortuni rispetto a quelli senza macchine. La società ha analizzato le informazioni provenienti da 28 piattaforme di Amazon, rilevando che il tasso d'infortuni gravi è stato più del doppio di quello della media generale dell'intralogistica e che nell'impianto californiano di Tracy il tasso d'infortuni gravi e quadruplicato nei quattro mesi successivi all'introduzione dei robot. La società di e-commerce ha ribattuto che valori così alti dipendono dal fatto che registra tutti gli infortuni, indipendentemente dalla loro gravità, a differenza di alcuni concorrenti.
La diffusione dei robot nei magazzini di Amazon sta spingendo anche gli altri operatori del commercio elettronico e della logistica verso il loro uso, scatenando una gara agli investimenti non solo per l'acquisto, ma anche per lo sviluppo di prodotti sempre più sofisticati. Nel 2015 si è registrato un picco degli investimenti nell'automazione delle piattaforme logistiche, con un valore complessivo di un miliardo e mezzo di dollari. Ne stanno beneficiando soprattutto le start-up, che sono acquisiste dalle multinazionali. Oltre alla citata Kiva Systems, nell'autunno del 2019 la società canadese di commercio elettronico Shopify ha acquisito 6 River Systems per 450 milioni di dollari e la stessa Amazon ha conquistato una seconda società di robotica, la Canvas Technology, che sta sviluppando macchine più complesse di quelle ora usate nei suoi magazzini
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto di repertorio
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!