Nella retribuzione di marzo 2024 dei dipendenti delle imprese che rientrano nel contratto nazionale Logistica, Trasporto Merce e Spedizioni rientrerà l’ultima delle quattro rate dell’aumento previsto dal rinnovo firmato a maggio del 2021. L’aumento retributivo di marzo dipende dal livello, con due distinte tabelle per il personale viaggiante e non viaggiante. Nel primo caso, l’aumento varia da 24,81 a 30,11 euro al mese, rispettivamente per il livello I e quello C3, mentre nel secondo varia da 22,73 a 38,41 euro al mese rispettivamente per i livelli 6 junior e Quadri.
Intanto le sindacati e associazioni datoriali si stanno incontrando per il rinnovo del contratto nazionale, che scadrà il 31 marzo 2024. Nella riunione del 24 gennaio, le associazioni datoriali hanno presentato ai tre sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti le loro posizioni sulla parte normativa, che riguardano l’orario di lavoro del personale non viaggiante, l'aggiornamento della classificazione e l’ampliamento del campo di applicazione.
Tra le principali innovazioni presenti nella piattaforma approvata dalle parti datoriali il 30 ottobre 2023 ci sono la possibilità di adottare esoscheletri nella movimentazione in magazzino, l’estensione delle tutele normative nel caso di cambio di contratto di subappalto, la promozione del lavoro a tempo indeterminato come forma di rapporto prevalente, le previsioni contrattuali sulla salute e sicurezza e l’aumento della formazione.
Sulle retribuzioni, le associazioni mostrano un’apertura a un aumento del Trattamento Economico Complessivo del 18% nel triennio, “che tenga conto anche della redditività del settore sviluppata in questi anni, e che recuperi pienamente il potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori in questi anni di inflazione crescente, attraverso l’aumento del tabellare, l’introduzione dell’Indennità Professionale d’Area, in misura predominante ma non esclusiva”.
I sindacati mettono sul tavolo un aumento economico complessivo; interventi sull’orario di lavoro di magazzinieri e autisti; la compensazione del disagio attraverso la riduzione dell'orario a parità di salario, anche tramite la formazione; la revisione della classificazione del personale per eliminare figure obsolete e definire meglio le figure legate all'innovazione tecnologica e digitalizzazione; una maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro. Anche i sindacati concordano sul tempo indeterminato come forma di lavoro prevalente.