Dopo la flotta di quaranta B737F noleggiati a caldo, Amazon provvede ai servizi a terra della divisione Prime Air, ossia quella che si occupa direttamente del trasporto aereo delle spedizioni della società, che definire ormai di e-commerce appare restrittivo. Il 31 gennaio 2017, Amazon ha annunciato la costruzione di una grande cargocity nell'aeroporto CVG di Hebron, posto vicino alla città di Cincinnati, nel Kentucky, Stato dove la società opera da vent'anni e oggi ha undici piattaforme distributive.
Come ormai accade spesso per la logistica, Amazon fa le cose in grande: il nuovo hub avrà una superficie totale di 3500 metri quadrati e occuperà duemila persone. Per questa struttura, Amazon investirà un miliardo e mezzo di dollari, una cifra che indica un allestimento interno sofisticato. Lo hub dovrebbe svolgere la distribuzione delle merci sbarcate dai B737F di Amazon e raccogliere le spedizioni destinate ad altri Stati. Amazon ha dichiarato che nei prossimi 18 mesi intende creare oltre centomila posti di lavoro negli Stati Uniti.
Intanto emergono i primi elementi della strategia aerea di Amazon, che attualmente sta utilizzando sedici dei quaranta B737F noleggiati da ATSG e Atlas Air. Un articolo della Reuters del 23 dicembre 2016 rivela che la società di e-commerce sta trasportando sui suoi aerei soprattutto le spedizioni di dimensioni più grandi e leggere, lasciando agli integratori come UPS e FedEx quelle più piccole e pesanti. Questo perché gli integratori basano le loro tariffe più sul volume che sul peso. In questo modo, Amazon intende ridurre i costi di spedizione. Sempre secondo l'agenzia, la società intenderebbe usare dieci aeroporti statunitensi per alimentare piattaforme già operative nelle loro vicinanze.
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