Il 2022 sta delineandosi come l’anno degli zombie, ossia del ritorno di progetti o programmi che erano morti per cause naturali o soppressi al fine di evitare un accanimento terapeutico ma che ora riappaiono in nuova veste per rallegrare o terrorizzare – secondo i punti di vista – la comunità del trasporto. Nel caso dei risorti dopo un’apparente eutanasia c’è il ponte sullo Stretto di Messina, che in trent'anni è costato quasi un miliardo di euro senza neppure scavare una buca e per il quale il ministero Mims (ex Trasporti) ha annunciato l’avvio di un nuovo studio di fattibilità che potrebbe mettere in discussione l’unica cosa che finora pareva certa, ossia l’ipotesi di un ponte a campata unica.
Ora lo stesso Mims resuscita un altra creatura nota a chi si occupa da qualche anno di trasporto e logistica: il Piano Generale dei Trasporti. Per il quale ormai si può parlare di serialità, visto che con questo nome ne sono state prodotte due edizioni e mezzo (l’ultima come revisione), cui bisogna aggiungere un Piano della Mobilità e uno della Logistica. Sono nati in epoche diverse, sotto diversi Governi ma hanno avuto lo stesso destino: grandi sforzi per produrre centinaia di pagine rimaste nei cassetti del ministero, perché la movimentazione delle merci cambia rapidamente e spesso in modo diverso rispetto alle previsioni dei docenti e degli esperti (come mostra chiaramente la pandemia).
Il 21 gennaio 2021 il ministro Enrico Giovannini ha annunciato una nuova stagione di questa serie, che riprende lo stesso nome della prima, apparsa nel 1986: Piano Generale dei Trasporti e della Logistica. Il primo passo è quello consueto dei ministeri: la creazione di un’apposita Commissione, che è coordinata dal professor Salvatore Rossi. Per attrarre l’attenzione del pubblico, ogni stagione deve inserire nuovi elementi nella trama, che in questo caso si declinano con due termini di moda: sostenibilità e resilienza (sotto forma di Pnrr).
Il ministero spiega che la Commissione “è incaricata di redigere il documento programmatico per l’individuazione delle infrastrutture e dei sistemi di mobilità prioritari per lo sviluppo sostenibile del Paese. Il documento programmatico, che verrà consegnato al Ministro entro sei mesi dalla data di insediamento, fornirà anche l’indirizzo strategico per la definizione dei piani settoriali (ferrovie, portualità, logistica integrata, ciclabilità, ecc.)”.
La nota ministeriale precisa che i membri della Commissione “svolgono le proprie attività a titolo gratuito” e si avvarranno “di un comitato scientifico di cui fanno parte i Capi Dipartimento del Mims, il Capo della Struttura tecnica di missione del Ministero ed esperti del settore”. Abbiamo messo un punto di domanda nel titolo di questo articolo perché spesso le commissioni parlamentari si perdono nei meandri dei ministeri e le precedenti stagioni dei Piani Generali dei Trasporti e/o della Logistica mostrano che svaniscono con i Governi che li hanno promossi.