Siamo ancora in piena emergenza legata alla pandemia della Covid-19 e non sappiamo quando e come ne usciremo, ma una cosa pare certa: questo evento sta avendo già oggi, e avrà in futuro, un duro impatto sul sistema economico del Paese, compresa l’intera filiera della logistica. E qualcuno sta già pensando come affrontare la fase successiva all’emergenza, come Assologistica, che il 3 aprile ha diffuso un documento con alcune proposte per il Governo e il Parlamento, “nella consapevolezza che occorra una terapia d’urto forte e prolungata nel tempo, anche se basata su pochi essenziali interventi”. Ecco una sintesi delle misure proposte dall’associazione.
Abbattere il costo del lavoro e mantenere l’occupazione tramite una riduzione straordinaria del 40% dell’aliquota contributiva Ivs (Invalidità, Vecchiaia, Superstiti) a carico dell’azienda, dal primo aprile 2020 al 31 dicembre 2021. Questo beneficio è soggetto a una condizione: l’impresa deve mantenere sino alla scadenza almeno l’80% dei livelli occupazionali presenti a primo febbraio 2020, intendendo per tali i lavoratori non in prova a tempo indeterminato ed esclusi gli apprendisti. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Attivare un credito d’imposta sugli acquisti dei dispositivi per la protezione individuale dei lavoratori, pari al 50% del costo di acquisto sostenuto e documentabile, per applicare le disposizioni del Protocollo per contenere la Covid-19 negli ambienti di lavoro, dal 1° marzo 2020 al 31 dicembre 2021.
Riconoscere la logistica come “servizio pubblico essenziale”, con la conseguente applicazione della Legge 146/90 per l’intero periodo dell’emergenza. Questo provvedimento avrebbe costo zero per lo Stato ma potrebbe generare un effetto positivo sull’opinione pubblica.
Sostenere le imprese anche sul versante finanziario, in particolare estendendo i provvedimenti dell’articolo 56 del Decreto Legge 18 del 17 marzo 2020 (Cura Italia) anche alle grandi imprese. Altri provvedimenti finanziari sono lo sblocco immediato dei crediti fiscali delle imprese (Iva, Ires, Irap) in forma di liquidazione o di smobilizzo del credito verso il settore bancario con garanzia dello Stato. Assologistica chiede anche la soppressione dell’aumento Ires per il 2020 per i concessionari di demanio pubblico.
Sostenere le imprese esportatrici tramite la sospensione delle restrizioni previste dal Decreto del Presidente del Consiglio del 22 marzo 2020 per le sole attività svolte dalle imprese del settore logistico a favore di clienti esteri. In pratica si dovrebbe consentire qualsiasi attività di servizio resa per clienti esteri. A tale proposito, Assologistica spiega che “l’Associazione comprende e condivide la ratio dei provvedimenti presi dal Dpcm del 22/3/2020, ma l’esperienza concreta di questi giorni sta facendo emergere il grave rischio che i committenti esteri delle nostre imprese, per i quali non vige alcuna restrizione all’attività, possano decidere di approvvigionarsi altrove. Quando l’emergenza sarà passata, il cliente estero sarà difficilmente recuperabile, con tutte le conseguenze del caso”.