La mattina del 27 marzo 2023 la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito due provvedimenti emessi dalla Sezione Autonoma del Tribunale di Milano nei confronti del corriere BRT e della filiale italiana della multinazionale logistica francese Geodis. Si tratta per entrambe le società dell’amministrazione giudiziaria della durata di un anno, stabilita dai giudici al termine di un’indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano. In una prima fase, tale inchiesta si focalizzò su una frode fiscale attuata tramite l’uso di fatture emesse per operazioni giuridicamente inesistenti e la stipula di falsi contratti d’appalto che simulavano una somministrazione di manodopera. Dopo questa prima fase, la Direzione Distrettuale Antimafia dispose il sequestro preventivo alle due società per oltre 126 milioni di euro, già convalidato dal Giudice delle Indagini Preliminari e attuato a dicembre 2022 e gennaio 2023.
La seconda fase, quella odierna, l’indagine ha posto l’attenzione sui trasporti svolti da BRT e Geodis, dove gli inquirenti hanno rilevato un “sistematico sfruttamento di diverse migliaia di lavoratori”, come spiega la Finanza in una nota. Il testo precisa che “i committenti, al fine di proporsi sul mercato con prezzi oltremodo competitivi, approfittando dello stato di necessità dei lavoratori, li sottoponevano a orari e ritmi di lavoro estenuanti, peraltro sottopagandoli, nonché li facevano transitare da una società all’altra, di fatto privandoli delle previste forme di tutela assistenziale e previdenziale”.
Dall’inchiesta è emerso che le società imponevano ai fornitori di manodopera, soprattutto cooperative, tariffe inadeguate che non coprivano i costi e che spingevano tali cooperative a evadere Iva e contributi previdenziali. Gli inquirenti hanno prima indagato su 34 cooperative, che fornivano a BRT 3.434 lavoratori. Sentendo gli addetti, è emersa una “sistematica intermediazione illecita di manodopera”, perché la gestione del personale sarebbe stata completamente in capo a BRT. Inoltre, venivano cambiati gli appalti ogni due anni, su specifica richiesta di BRT, causando per i lavoratori la perdita di anzianità e diritti. La paga dei facchini era devoluta in due fasi: la prima con una busta regolare, la seconda con un bonifico su cui non erano versati i contributi. Sarebbe illecito anche l’uso di padroncini per le consegne.
I magistrati sostengono che BRT attuava il cosiddetto “decoupling” organizzativo, che consiste nel mostrare il rispetto formale delle regole, dietro cui opera una struttura informale che viola le regole “in un contesto dove le irregolarità e le pratiche illecite vengono accettate e in qualche modo promosse in quanto considerate normali”. L’ex amministratore delegato di BRT, che si è dimesso dopo la prima indagine, è anche accusato di corruzione tra privati perché avrebbe ricevuto dai fornitori, in cambio di averli scelti, un milione di euro tra il 2016 e il 2022.
Per quanto riguarda Geodis Italia, il commissariamento (in questo caso parziale) avviene per evitare che continui ad agevolare il riciclaggio contestato a un referente delle cooperative che lavoravano per l’impresa, che anche in questo caso sarebbero state usate come serbatoi illeciti di manodopera. La nota sottolinea che queste pratiche, oltre che essere sfavorevoli per i lavoratori, distorcevano le dinamiche del mercato e la concorrenza, a sfavore delle imprese che operano seguendo le regole.
I giudici hanno disposto l’amministrazione giudiziaria delle due società “stante la gravità e il perdurare delle situazioni accertate, le imponenti dimensioni aziendali in termini di fatturato e lavoratori impiegati”, così da poter controllare la gestione delle imprese. L’amministratore giudiziario di BRT è Riccardo Bonivento, che affiancherà il Consiglio di amministrazione con l’obiettivo di bonificare l’azienda e rafforzare i controlli. Il procedimento penale sui reali rilevati è ancora nella fase d’indagini preliminari, quindi potranno emergere responsabilità penali.