Il rapporto relativo all’andamento dell’economia italiana a settembre 2024, diffuso dall’Istat l’8 novembre, mostra un arretramento della produzione e delle esportazioni italiane. A peggiorare la situazione contribuisce anche il settore dei servizi di trasporto e logistica, che sta vivendo un periodo di calo della fiducia e di riduzione della domanda, amplificando l’incertezza in un contesto economico già debole. Nel mese di settembre, la produzione manifatturiera italiana ha subito un calo dello 0,4% rispetto ad agosto, dopo una variazione nulla nel mese precedente. Questo dato evidenzia una continua debolezza del comparto produttivo, che risente delle incertezze economiche e della stagnazione della domanda sia interna che estera.
Nel terzo trimestre del 2024, la produzione industriale italiana ha segnato un calo complessivo dello 0,6%, con un impatto significativo sul settore dei mezzi di trasporto. I dati indicano che le esportazioni di veicoli, insieme a quelle di altri beni strumentali come i metalli e i macchinari, sono diminuite in maniera rilevante. Nei primi otto mesi del 2024, la produzione industriale ha mostrato una riduzione tendenziale dello 0,6%, riflettendo il rallentamento delle vendite verso i mercati esteri e, in particolare, verso quelli dell'Unione Europea. La situazione è stata aggravata dalla contrazione nella produzione di beni di consumo e di beni strumentali, con un calo significativo nella produzione di beni intermedi (-2,0%) e di beni strumentali (-1,1%) nel terzo trimestre.
Per quanto riguarda le esportazioni, nei primi otto mesi del 2024 sono scese dello 0,6% in valore, con flessioni particolarmente marcate nei mercati dell’Unione Europea: le vendite verso la Germania e la Francia, che rappresentano i principali partner commerciali dell’Italia, sono calate rispettivamente del 5,6% e del 2,2%. Questa tendenza negativa negativa si può attribuire alla debolezza della domanda interna e, soprattutto, alla stagnazione delle economie dei principali partner europei, come quella tedesca.
Il settore dei mezzi di trasporto, insieme ad altri comparti industriali, ha cercato di recuperare terreno a settembre, registrando un incremento dell'1,8% rispetto al mese precedente. Tuttavia, questo rimbalzo non è sufficiente a compensare le perdite accumulate nel trimestre precedente, con la produzione di beni strumentali che rimane complessivamente in calo.
La crisi del settore dei mezzi di trasporto si riflette anche nel comparto della logistica e dei servizi di trasporto. Ad agosto 2024, il settore dei servizi ha registrato una diminuzione del volume di attività del 2,0% rispetto al mese precedente, coinvolgendo anche il comparto del trasporto e magazzinaggio. Il calo della fiducia tra le imprese del settore è stato evidente: a ottobre, l’indice di fiducia ha raggiunto i livelli più bassi dal 2021, aggravato dal forte calo della fiducia tra le imprese del trasporto e dei servizi di mercato.
Questa situazione è influenzata anche dalla dipendenza dell’Italia dalle catene di approvvigionamento internazionali, in particolare dalla Germania. L’analisi dell’Istat mostra che l’Italia dipende dai beni intermedi tedeschi più di quanto la Germania dipenda da quelli italiani, creando un contesto di vulnerabilità per l’industria nazionale e, di conseguenza, per la logistica e i trasporti coinvolti nella movimentazione di tali beni.
Un fattore cruciale che ha influenzato il settore dei trasporti è stato l’andamento dei prezzi energetici. Nel corso del 2024, i prezzi dei beni energetici non regolamentati hanno continuato a diminuire, registrando una contrazione del 10,2% a ottobre. Questa tendenza ha offerto un certo sollievo ai costi operativi del settore dei trasporti, ma non è stata sufficiente a contrastare l’impatto negativo complessivo derivante dalla riduzione della domanda di servizi logistici.
Il calo dei prezzi energetici, tuttavia, non ha potuto contrastare pienamente il generale deterioramento economico e la diminuzione della domanda interna ed estera. Le prospettive per il settore dei trasporti restano quindi incerte, con le aziende che, nonostante la diminuzione dei costi del carburante, si trovano a fare i conti con un contesto di mercato indebolito.