Il 19 luglio 2024 la procura di Torino ha comunicato di avere aperto un’indagine per un’ingente frode fiscale, del valore di circa cento milioni di euro, attuata nella logistica e più precisamente nel circuito dei corrieri per la consegna nell’ultimo chilometro. Sono indagate ventisette persone, tra cui alcuni dirigenti di colossi del calibro di Amazon, Sda e Gls. La Guardia di Finanza ha avviato l’indagine nel 2019 a Torino partendo dalle società Postalcoop e Cargo Broker, che all’epoca gestivano gli appalti della distribuzione.
La prima opera dal 1986 offrendo un’ampia gamma di servizi postali e di consegna a domicilio e nel 2022 ha fatturato 24 milioni di euro. Tra i suoi committenti c’è anche Amazon e a dicembre del 2022 subì un primo sciopero di due giorni organizzato dalla Filt Cgil nella piattaforma Prime Now Amazon di Milano da parte di autisti precari per ottenere stabilità e migliori condizioni contrattuali, seguito da un secondo sciopero di 72 ore a marzo 2023.
Cargo Broker è nata nel 2008 per fornire una vasta gamma servizi di trasporto e logistica su tutto il territorio nazionale e tra i suoi committenti ci sarebbero Amazon Italia Transport, Sda Express Courier e Gls. I finanzieri, coordinati dai pubblici ministeri Marco Gianoglio e Giulia Marchetti, hanno svolto perquisizioni nelle sedi delle due società e avrebbero scoperto uno schema di evasione fiscale per un centinaio di milioni di euro, che avrebbe anche agevolato lo sfruttamento dei lavoratori.
L’indagine copre un periodo tra il 2019 e il 2023 e alla base di questo schema ci sarebbe un consulente tributario, sostenuto da altri professionisti. Il meccanismo consisterebbe nell’emissione di fatture per attività inesistenti per ottenere illecite compensazioni su imposte e contributi. Secondo gli inquirenti, alcuni bilanci sarebbero inattendibili e alcune dichiarazioni fiscali sarebbero fraudolente. A ciò si aggiunge una riduzione del costo dei corrieri che svolgono le consegne, utilizzando società terze come intermediari e affidate a prestanomi.
Queste ultime società sono una ventina e sono definite dagli inquirenti “serbatoi di manodopera” (cooperative o società per azioni) hanno fornito veicoli e autisti e hanno avuto vita breve, con lo scopo di “dissumulare somministrazioni irregolari di manodopera a favore di committenti più o meno conniventi massimizzando guadagni illeciti in virtù del mancato pagamento delle imposte, delle ritenute da lavoro dipendente e dei contributi previdenziali”.
Sarebbero questi “serbatoi” ad avere emesso fatture per prestazioni inesistenti nei confronti di società di livello superiore, definite “filtro” e che secondo gli inquirenti sarebbero proprio la Postalcoop e la Cargo Broker, che hanno poi ribaltato le prestazioni ai committenti finali, ossia le imprese di logistica e i corrieri. In questo modo si “allunga la catena commerciale e ostacola i controlli”. A loro volta i committenti avrebbero “simulato la stipula di contratti di appalto a basso costo” con le imprese “filtro”, nascondendo così la somministrazione illecita di manodopera dietro una formale regolarità
Secondo la Finanza, i principali committenti di Postalcoop sarebbero, dal 2020, Amazon City Logistica e Amazon Italia Transport, mentre quelli di Cargo Broker sarebbero Amazon Italian Transport, Sda Express Courier e General Logistics System Enterprise (Gls). Nel registro degli indagati la procura di Torino ha iscritto alcuni professionisti e dirigenti di società, tra cui quelli del Gruppo Amazon, Gls e Sda. Questi ultimi avrebbero tratto benefici fiscali per le aziende che dirigono proprio dalle false fatturazioni.