Alla fine di febbraio 2021, la Guardia di Finanza di Verona ha eseguito un’ordinanza del Gip veronese Luciano Gorra per la custodia cautelare di cinque persone, due in carcere e tre ai domiciliari, accusate di avere organizzato una frode fiscale nel commercio di pallet in legno. Nell’ambito dell’indagine, chiamata Wooden Pallets, sono stati anche sequestrati beni per quaranta milioni di euro. La lunga indagine è iniziata con alcune segnalazioni inviate alla Finanza per la normativa antiriciclaggio su movimentazioni finanziarie sospette ed è stata poi approfondita su un centinaio di soggetti economici operanti nell’Italia settentrionale.
Gli inquirenti hanno scoperto società, amministrate anche tramite prestanome, che dal 2015 al 2018 hanno commerciato in pallet in legno, muovendo flussi finanziari per oltre novanta milioni di euro con l’obiettivo di evadere le imposte italiane. In concreto, l’organizzazione svuotava i conti correnti intestati alla società al centro dell’indagine tramite bonifici a persone fisiche residenti in Italia o società in Polonia, Slovenia o Repubblica Slovacca.
Queste società usavano parte dei fondi per acquistare all’estero i pallet, nuovi e usati, che erano poi venduti in Italia eludendo la normativa sugli acquisti intracomunitari. L’uscita del denaro dalla società italiana era giustificata anche emettendo fatture per operazioni inesistenti.
Al termine dell’indagine, la Finanza ha denunciato venti persone coinvolte nella frode fiscale, accusate a vario titolo non solo per reati tributari, ma pure trasferimento fraudolento per oltre 38 milioni di euro, riciclaggio per oltre 12 milioni di euro e auto-riciclaggio per oltre 26 milioni di euro, oltre a un episodio di usura. In carcere sono andati due imprenditori di Brescia e di Bergamo e altri tre imprenditori bresciani sono invece stati posti agli arresti domiciliari.