Non è ancora scoppiato un conflitto aperto in Ucraina, ma il riconoscimento del Donbass da parte della Russia e il possibile intervento delle forze armate russe nella regione indipendentista dell’Ucraina aumenta la tensione tra Stati Uniti e Russia e probabilmente attiverà nuove sanzioni contro Mosca. Anche senza combattimenti, è una situazione che può colpire duramente l’economia e il trasporto europeo.
La prima conseguenza si vede già il 22 febbraio ed è un ulteriore aumento dell’energia. Il prezzo del greggio ha superato il 97,51 dollari al barile per il Brent del Mare del Nord, con la possibilità di raggiungere i 100 dollari, e quello del gas ha raggiunto nella piazza di Amsterdam il livello di 82 euro al Mwh. Questi aumenti non colpiscono solo l’autotrasporto, ma anche il trasporto marittimo, aereo e indirettamente, tramite l’aumento dell’elettricità, quello ferroviario. La situazione potrebbe peggiorare se le sanzioni contro la Russia comprenderanno anche le importazioni di gas.
La crisi Ucraina avrebbe ripercussioni anche sul trasporto marittimo di container, come spiega un articolo pubblicato il 15 febbraio da The Loadstar. Ci sarebbero conseguenze dirette sulle rotte che interessano il Mar Nero, dove si affacciano Russia e Ucraina, a causa di eventuali azioni militari. Ma potrebbero esserci conseguenze nel cyberspazio, con attacchi informatici alle infrastrutture e alle società di trasporto.
Gli analisti citano il caso di NotPetya, il virus che si sospetta partito proprio dalla Russia e che ha bloccato i sistemi di Maersk e FedEx Tnt nel 2017. In questi casi, i bersagli non erano le società di trasporto ma obiettivi ucraini, però il virus si è diffuso in modo incontrollato colpendo migliaia di società private e pubbliche di tutto il mondo. Oggi un blocco del trasporto container sarebbe ancora più grave di allora, perché il sistema sta operando già al limite della capacità e non quindi non ci sono margini di riserva.
Un altro fronte è quello del trasporto ferroviario tra Cina ed Europa, gran parte del quale transita dalla Russia. Un’eventuale chiusura delle frontiere o sanzioni potrebbero ridurre il flusso dei treni, aumentando così la domanda di trasporto navale in un contesto già congestionato. Ciò potrebbe causare un ulteriore aumento dei ritardi delle portacontainer e dei noli marittimi.