Nereo Marcucci ha aspettato il giorno della relazione annuale al Parlamento dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti per lanciare l'affondo di Confetra: "Contavo su una qualche forma di riflessione critica e di apertura considerando che le decisioni dell'ART provocano contenziosi sin dal 2015 e che da allora l'Autorità ha perso con varie motivazioni tutti i ricorsi promossi da Confetra e dalle Associazioni del sistema confederale", ha dichiarato il presidente della confederazione aggiungendo che "la stessa Corte Costituzionale gli ha dato torto e come monito nell'ultima Sentenza il Tar Piemonte l'ha condannata anche al pagamento delle spese processuali".
Marcucci contesta a Camanzi non solo di non fare alcuna autocritica, ma anche di "continuare imperterrita, contando sul patrocinio gratuito dell'Avvocatura di Stato mentre per noi i costi ricadono sulle imprese. Nel diritto civile se le nostre imprese intasassero i Tribunali con cause temerarie ne dovrebbero rispondere, l'Organo di controllo della spesa pubblica dovrebbe esprimere altrettanta severità su comportamenti omologhi che avvengono nell'ambito della giustizia amministrativa".
L'affondo di Marcucci viene dopo la notizia che l'Autorità di Regolazione dei Trasporti ha presentato un nuovo appello al Consiglio di Stato contro la recente sentenza del Tar Piemonte che ha accolto il ricorso di Confetra contro l'obbligo per le imprese di autotrasporto, spedizione e logistica di pagare il contributo annuale all'Autorità stessa, con una somma complessiva che tocca i diciannove milioni di euro l'anno: "Ancora una volta chiedo un chiaro intervento legislativo. Negli altri Stati Membri non esistono Autorità simili a quella italiana e il ruolo di garanzia nell'accesso equo e non discriminatorio nei servizi ex monopoli pubblici viene svolto dai ministeri. In Italia si assiste a una sovrapposizione di ruoli e a duplicazioni di funzioni: il nuovo Parlamento dovrebbe disboscare quei ruoli e quelle duplicazioni e se si confermasse l'utilità dell'Autorità di Regolazione se ne dovrebbe rivedere la norma istitutiva caricandone i costi sulla fiscalità generale ".
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