“Una logistica più competitiva deve essere il pilastro con cui rilanciare l’Italia dopo l’emergenza della Covid-19”: questo è il concetto alla base dell’intervento del presidente di Confetra, Guido Nicolini, al convegno online Agorà del 23 settembre 2020, che rappresenta da tre anni la parte pubblica dell’assemblea della confederazione del trasporto. Dopo avere riconosciuto che il Governo ha svolto una buona gestione generale dell’emergenza Covid-19, Nicolini ha aggiunto che “bisogna utilizzare questa fase per riprogettarsi completamente”. Il punto di partenza è la stima del gap logistico italiano: un costo supplementare di 70 miliardi di euro e per ridurlo ci vogliono semplificazione, digitalizzazione e diminuzione del costo del lavoro tramite il cuneo fiscale.
Dopo avere elogiato il Governo sull’emergenza, Nicolini lo ha criticato per gli scarsi provvedimenti dedicati al trasporto nel Decreto Semplificazione: “I controlli delle merci nei porti prevedono 133 procedimenti in carico a diciassette amministrazioni e se consideriamo tutte le modalità di trasporto superiamo i 450 procedimenti di 35 diverse amministrazioni. Bisogna semplificare, perché il tempo di trasferimento delle merci è un fattore competitivo sempre più importante”. Sempre in ambito normativo, Nicolini ha ribadito la necessità d’inserire nel Codice Civile il contratto commerciale per le spedizioni.
Anche sulla digitalizzazione il presidente di Confetra è partito da un dato economico: dei settanta miliardi di costi supplementari per la logistica italiana, trenta dipendono dai ritardi nella digitalizzazione. In questo caso, gli operatori devono affrontare situazioni completamente diverse nella Pubblica Amministrazione, che spaziano da un elevato grado di digitalizzazione (come avviene nelle Dogane) a casi in cui c’è solo carta e penna. “Serve un programma d’incentivi Servizi 4.0 analogo a quello Industria 4.0”, propone Nicolini.
Il terzo punto ritenuto fondamentale è la riduzione del costo del lavoro attraverso la riduzione del cuneo fiscale, che si può ottenere anche tramite la collaborazione con i sindacati, perché ciò favorirebbe imprese e lavoratori: “La logistica è un’attività ad alta intensità di lavoro. In Italia occupa direttamente 800mila persone, che diventano un milione e mezzo se consideriamo la prima fascia d’indotto, e il lavoro è la prima voce di costo. Durante il fermo causato dalla pandemia le nostre imprese hanno garantito la piena operatività, anche se mediamente hanno subito una contrazione dei volumi del venti percento. In concreto ciò significa che hanno dovuto occupare gran parte della loro manodopera, subendo nello stesso tempo una riduzione dei ricavi di 18 miliardi rispetto al 2019 e potendo beneficiare molto poco degli ammortizzatori sociali istituiti per l’emergenza e quindi con un costo del lavoro pressoché identico a quello normale”.
A proposito di sindacati, Nicolini ha ribadito che Confetra crede nel contratto nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni come unico testo riconosciuto, che serve anche per “fermare la concorrenza sleale attuata con contratti di lavoro pirata”. Bisogna quindi affrontare il rinnovo “con senso di responsabilità, focalizzandosi sulle misure necessarie a superare le ripercussioni economiche della pandemia”. Nicolini si rivolge anche alla committenza, rappresentata da Confindustria, chiedendo intese col mondo produttivo per il trasporto e la logistica, con l’obiettivo comune di aumentare la competitività del Paese. Ma il presidente di Confetra ha anche sottolineato che sul fronte degli armatori marittimi ci sono state durante l’emergenza pressioni sugli operatori per ridurre le tariffe del trasporto terrestre, mentre gli stessi armatori aumentavano in modo anche rilevante quelle imposte ai loro clienti per il carico dei container sulle navi.