L’investimento davanti ai cancelli della piattaforma logistica Lidl di Biandrate, in provincia di Novara, del coordinatore del SiCobas Adil Belakhdim, durante lo sciopero nazionale del 18 giugno ha scatenato decine di dichiarazioni sulla logistica, a volte molto critiche verso l’intero comparto. A sua difesa è sorto il presidente di Confetra, Guido Nicolini, dichiarando che “trovo insopportabile che, ogni volta che si voglia parlare di logistica e lavoro, si debba affrontare anzitutto il tema ‘legalità’ quasi come se l'intero settore fosse caratterizzato da illegalità e soprusi”.
Nicolini sottolinea che il contratto nazionale del comparto “si applica a circa un milione di lavoratori, ed è il secondo più grande Ccnl privato d'Italia dopo quello del commercio. Tra l'altro l'unico contratto privato firmato da tutte le confederazioni datoriali e sindacali, e classificato dal Cnel trai contratti leader. Siamo gli unici che, già da tre anni, hanno normato e regolamentato nel proprio contratto, ad esempio, la figura dei rider prevedendo tutele, salario minimo, rapporto di lavoro trasparente. La stragrande maggioranza delle imprese applica il nostro Ccnl, altrimenti non coprirebbe un milione di lavoratori, e non ha problemi di sorta”.
Sulla terziarizzazione, il presidente di Confetra precisa che “la Legge prevede la possibilità di servirsi anche di fornitori e partner esterni attraverso due strumenti, e codifica quindi l'appalto di servizio per la gestione dei magazzini ed il contratto di trasporto per le consegne. Anche qui, chi rispetta la Legge non ha mai avuto problemi. Chi sta fuori da questo perimetro e da questo quadro di regole, invece, è giusto ed auspicabile che venga perseguito per reati civili, fiscali o penali. Tra l'altro chi si pone fuori dalle regole fa anche un danno al mercato, inquina la concorrenza, indebolisce il Ccnl di riferimento. Ma parlare solo di questo ultimo aspetto, ignorando tutto il resto, è davvero fuorviante e fa passare il messaggio subliminare che, nella logistica, le dinamiche che regolano il lavoro siano strutturalmente marce. Questo è un approccio inaccettabile per chi rappresenta il settore”.
Nicolini parla anche dei recenti episodi di violenza a Lodi e dell’evento mortale di Biandrate: “Gli scontri di Lodi sono maturati contro il processo di internalizzazione che una nota azienda del settore (la FedEx, ndr) sta conducendo. Ma non dovrebbe proprio questo essere uno degli obiettivi dei lavoratori? È chiaro che sotto c'è qualcosa di torbido, e c'entra ben poco il tema sindacale. Gli incidenti di ieri (18 giugno, ndr) sono invece avvenuti alla Lidl, ed è questione lavoristica che attiene alle regole della Gdo: altro settore, altro Ccnl, altre dinamiche, altre regole”.
Nicolini ricorda che Confetra chiede da dieci anni un Tavolo permanente sulla legalità nel lavoro, “proprio per coinvolgere le Istituzioni in una più stringente strategia di prevenzione e repressione dei fenomeni di malaffare, ed a tutela della stragrande maggioranza di imprese sane”. In questo tempo la confederazione ha anche “avanzato proposte tecniche volte a rendere più affidabile e certificabile le selezioni delle società appaltatrici, modello White List presso le Prefetture come già avviene per il settore edile. Abbiamo chiesto alle istituzioni norme più severe nel perseguire le cooperative spurie, introducendo i vincoli dell'anzianità e delle soglie minime di fatturato, e di rendere più incisivi i controlli. Non abbiamo mai messo in discussione il principio giuridico della culpa in vigilando, ma abbiamo chiesto strumenti per poter fare effettivi accertamenti accedendo rapidamente ad atti ed informazioni sui potenziali partner...sennò c'è poco da vigilare. Collaboriamo con le Prefetture di mezza Italia, da Milano a Bologna e Piacenza, e siamo parte attiva di tutti i Protocolli per la legalità fino ad ora promossi sui territori dal Viminale. Siamo una grande e seria organizzazione che da anni cerca di fare la sua parte, con metodo, proposte e rigore, sul tema”.