Confetra lancia l’allarme sulle conseguenze dell’applicazione del nuovo Codice Doganale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 ottobre 2024. In una nota diffusa il 9 ottobre, il presidente della confederazione, Carlo De Ruvo, ha dichiarato che la riforma avrà effetti devastanti sulla filiera del commercio, con il rischio che molti traffici di importazione ed esportazione siano dirottati verso altri Paesi: “Le disposizioni entrate in vigore lo scorso 4 ottobre, con la pretesa di adeguare le norme italiane a quelle dell'Unione Europea e di semplificare gli scambi internazionali, nella pratica avranno effetti del tutto contrari e gravi sulle imprese del settore”.
Secondo Confetra, il Decreto legislativo 141/2024, pensato per allineare il sistema doganale italiano a quello europeo e semplificarne il funzionamento, in realtà introduce modifiche che penalizzano le imprese. Il provvedimento, infatti, si discosta dalla proposta del nuovo codice doganale dell'UE, semplificando la disciplina solo per l'amministrazione finanziaria e trasferendo oneri procedurali all'amministrazione giudiziaria penale.
“Gli aspetti più critici della riforma riguardano le modifiche al sistema sanzionatorio e l'Iva, ora considerata come diritto di confine”, precisa De Ruvo. “Il vaglio preliminare obbligatorio dell'Autorità giudiziaria per importi superiori ai 10mila euro porterà inevitabilmente a un aumento del contenzioso e a una serie di procedimenti penali infondati, colpendo anche operatori corretti che commetteranno errori in buona fede, con gravi danni alla loro reputazione”.
De Ruvo sottolinea come queste nuove disposizioni non contribuiranno a ridurre il contenzioso, ma piuttosto aggraveranno le già difficili condizioni dell'amministrazione giudiziaria penale. Inoltre, le imprese dovranno adeguare i propri modelli organizzativi per fronteggiare i nuovi rischi, con un conseguente aumento dei costi operativi.
Un altro punto critico evidenziato dal presidente di Confetra è la scelta di considerare l'Iva tra i diritti di confine, in contrasto con l'orientamento della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia UE: “Questa decisione avrà gravi conseguenze, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità solidale del rappresentante indiretto, che ora dovrà rispondere insieme all'importatore per il versamento dell'Iva”.
Confetra ha seguito tutto il procedimento di approvazione del provvedimento e ha più volte sollecitato il Governo affinché adottasse misure di buon senso, come l'aumento della soglia dei 10mila euro, la non punibilità per chi denuncia errori senza dolo e l'esclusione dell'Iva dai diritti di confine. “Il Governo è rimasto sordo alle nostre richieste e non si è confrontato con gli stakeholder”, ha concluso De Ruvo, esprimendo un forte dissenso e chiedendo correttivi urgenti per modificare il provvedimento appena adottato.