Sindacati confederali e di base hanno dato, in modo separato e con diverse motivazioni, indicazione agli autisti che operano per i corrieri di astenersi dal lavoro se non sono dotati di dispositivi di protezione e se non vengono igienizzati i veicoli e pare che questa indicazione sia seguita da numerosi conducenti, che non si stanno presentando al lavoro. Un modo per farlo è invocare l’articolo 2087 del Codice Civile, secondo cui “l'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.
Sull’applicazione di questo articolo come fonte per legittimare l'astensione dal lavoro senza rischiare il licenziamento è intervenuta la Corte di Cassazione in diverse occasioni, tra cui le sentenze numero 6631 del del 2015 e numero 836 del gennaio 2016, secondo cui la violazione da parte del datore di lavoro degli obblighi di sicurezza a lui imposti, legittima il lavoratore a rifiutarsi di eseguire la prestazione lavorativa.
In alcuni casi, i sindacati hanno proclamato uno sciopero, che può far parte di una vertenza più ampia. Si Cobas e Adl Cobas chiedono la chiusura di tutte le attività, tranne quelle essenziali (che sono gli alimentari e i farmaci), mantenendo il salario pieno per i lavoratori (definito “salario di quarantena”). Queste sigle affermano che nelle piattaforme dove sono presenti l’astensione dal lavoro raggiunge il 90%, cifra che comprende anche i lavoratori dei magazzini.