Nel novembre del 2018, il sindacato di base Usb ha proclamato uno sciopero con picchetti alla Tnt di Piacenza per protestare contro il licenziamento di un facchino, ritenuto dalla sigla illegittimo. Ma già nelle settimane precedenti si erano registrati episodi di tensione tra questo sindacato e il SiCobas, che ha portato anche ad aggressioni. Questa situazione ha spinto la Procura di Piacenza ad aprire un'inchiesta, che questa mattina è sfociata in dodici provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti lavoratori della logistica piacentina, che hanno ricevuto il divieto di dimora nel Comune di Piacenza. In una nota, la Procura spiega che "i gravi indizi di colpevolezza riguardano una serie di episodi delittuosi verificatisi nel corso del 2018, tutti riconducibili al clima di forte contrasto tra gli appartenenti a due sigle sindacali contrapposte, nel contesto lavorativo dello stabilimento della Tnt di Piacenza".
La procura aggiunge che "in relazione delle persistenti azioni di protesta ad opera soprattutto di aderenti all'Usb presso il magazzino della Tnt di Piacenza, l'attività investigativa ha consentito di identificare le dodici persone che, in concorso materiale e morale fra loro, hanno ripetutamente minacciato i responsabili sicurezza della cooperativa che fornisce la forza lavoro presso la Tnt, affinché omettessero di effettuare segnalazioni ai superiori relative ai comportamenti disciplinarmente rilevanti posti in essere durante l'attività lavorativa".
Nella stessa mattina di oggi, il rappresentante sindacale di Usb, Roberto Montanari ha dichiarato che "questa sorprendente ordinanza si basa su accuse risibili avanzate da parte di responsabili della coop che fornisce forza lavoro alla Fedex/Tnt i quali lamentano minacce e insulti dei lavoratori colpiti da questi provvedimenti. Sulla base di accuse non provate e sommarie domani dodici famiglie saranno divise poiché i padri dovranno andarsene da casa, dormire fuori dal comune di Piacenza e senza nemmeno poter andare al lavoro". Il sindacato aggiunge che "questo è frutto del clima avvelenato introdotto dal Decreto Salvini e dalla volontà dei signori della logistica di chiudere un ciclo di lotte che ha fatto emergere le infiltrazioni della malavita organizzata in questo segmento dell'economia e cominciato a garantire diritti, dignità e legalità per i facchini"
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