All’inizio di aprile 2025 la logistica lombarda sta affrontando un’emergenza occupazionale, a causa della chiusura della piattaforma Geodis di Carpiano, dove lavorano 95 persone. La decisione è strettamente legata alla cessazione del contratto con Amazon, che ha scelto di affidare le sue operazioni logistiche a un altro operatore, Ceva Logistics.
La notizia ha sollevato proteste da parte di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Il 7 aprile, i lavoratori hanno organizzato un presidio davanti all’impianto di Carpiano per denunciare quella che definiscono l’ennesima “crisi annunciata” della logistica in Lombardia. Se non verranno trovate soluzioni alternative, il sito chiuderà i battenti entro luglio 2025, lasciando senza occupazione ottanta addetti di magazzino e quindici impiegati amministrativi.
La chiusura sarà attuata a poco più di un anno dal rinnovo del contratto di locazione dell’impianto con Burstone Europe. Nel dicembre 2023, Geodis aveva infatti prorogato l'affitto fino al 2029, accettando un canone annuo di 2,5 milioni di euro, pari a circa 54 euro per metro quadrato, con un aumento del 10,6% rispetto al canone precedente. Un investimento che lasciava presumere una strategia di lungo periodo, smentita dai fatti odierni.
Il magazzino di Carpiano, con una superficie di circa 46mila metri quadrati, era diventato dal 2015 un nodo strategico per la gestione del commercio elettronico in Lombardia di Amazon. La collaborazione con il colosso statunitense aveva portato a una rapida espansione degli spazi, passando da 26.900 a oltre 44mila metri quadrati, con volumi gestiti che nei periodi di picco superavano i 40mila pezzi al giorno.
Nonostante questi numeri, il sito non è stato immune da tensioni. Nel luglio 2024, i lavoratori aderenti al sindacato SiCobas avevano già scioperato per denunciare condizioni contrattuali inadeguate e precarietà diffusa. Inoltre, non si tratta della prima dismissione da parte di Geodis in Lombardia: nel 2023 era già stato chiuso il polo di Landriano (Pavia), che impiegava 256 persone.
La perdita del contratto con Amazon ha avuto effetti immediati. Secondo quanto comunicato dal gigante del commercio elettronico, la scelta di cambiare fornitore è stata presa “a seguito di un’approfondita valutazione della rete logistica, in risposta all’evoluzione dei requisiti operativi”. Le attività saranno trasferite a Ceva Logistics, presso il sito di Somaglia, nel basso Lodigiano. Tuttavia, resta incerto il destino dei 95 lavoratori di Carpiano, per i quali Amazon ha solo auspicato “che Geodis fornisca opzioni di ricollocazione e attivi gli ammortizzatori sociali disponibili”.
La posizione dei sindacati è netta. Adel Desouky, coordinatore Filt Cgil Lombardia, ha dichiarato: “Non permetteremo che 95 famiglie vengano abbandonate per l’ennesima operazione che favorisce interessi economici privati a scapito della dignità delle persone”. Davide Contu, della Filt Cgil Milano, ha sottolineato come la decisione violi la clausola di salvaguardia prevista nei cambi d’appalto, che dovrebbe garantire il passaggio del personale al nuovo gestore. Le tre sigle chiedono l’apertura urgente di un tavolo con Regione Lombardia, Città Metropolitana e Comune di Carpiano, affinché si possa intervenire tempestivamente per salvare i posti di lavoro e contrastare quella che viene definita “una deriva industriale”.
Riportiamo la nota integrale di Amazon relativa a questa vicenda: “Abbiamo fiducia nei nostri fornitori di servizi e nel fatto che Geodis fornirà ai propri dipendenti una serie di opzioni, a partire dall'offerta di ruoli analoghi sul territorio, ove possibile, nonché attivando gli appositi ammortizzatori sociali. La decisione di Amazon di interrompere i rapporti con il sito Geodis di Carpiano si basa su considerazioni commerciali, a seguito di un’approfondita valutazione della nostra rete logistica, in risposta all’evoluzione dei requisiti operativi”.