Lunedì 29 giugno 2020 è iniziato uno sciopero di almeno 48 ore in tutte le piattaforme logistiche tedesche di Amazon, indetto dal sindacato Ver.di, nell’ambito di una vertenza aziendale denominata “Lavoro buono e salutare” in cui si chiede la firma di un contratto collettivo che garantisca salute e sicurezza durante la pandemia di Covid-19. Il sindacato chiede anche l’applicazione ai magazzinieri Amazon dei contratti regionali della categoria vendita al dettaglio e per corrispondenza. "Stiamo accelerando la mobilitazione perché Amazon non ha finora mostrato alcuna comprensione e sta mettendo in pericolo la salute dei suoi dipendenti a vantaggio dei profitti del gruppo", spiega Orhan Akman, che è responsabile del comparto vendita al dettaglio e per corrispondenza di Ver.di. Il sindacalista afferma anche che si sono registrati contagi nelle piattaforme della società di e-commerce. “Secondo le nostre informazioni, almeno 30-40 colleghi si sono infettati a Bad Hersfeld. Come nel caso della diffusione di Covid-19 a Winsen (Luhe), la direzione sta facendo ostruzionismo e si rifiuta di fornire chiarimenti. Questo mette in pericolo la sicurezza e la salute dei colleghi, delle loro famiglie e di coloro che vivono nelle vicinanze".
Gli scioperi sono iniziati questa notte nelle piattaforme di Lipsia, Bad Hersfeld (che ha due sedi), Rheinberg, Werne e Coblenza con modalità adatte all’emergenza coronavirus, per evitare il contagio durante le manifestazioni. Amazon ribatte al sindacato ricordando che a giugno la multinazionale ha investito quattro miliardi di dollari in misure di prevenzione. Nella sola Germania ha acquistato 470 milioni di bottiglie di prodotti igienizzanti, 21 milioni di paia di guanti e 19 milioni di mascherine. Si registrano proteste anche in alcuni impianti Amazon negli Stati Uniti, sempre sulla questione della sicurezza. Nelle scorse settimane, la società di e-commerce aveva licenziato Christian Small, un dipendente che aveva indotto i colleghi a chiedere maggiori protezioni contro il contagio. Su questo licenziamento la Procuratice generale di New York, Letitia James, ha aperto un’inchiesta.