Dopo avere annunciato nei giorni scorsi un Decreto per tutelare i rider, il ministro del Lavoro sembra accantonare il progetto di un provvedimento legislativo immediato e ha invece aperto un Tavolo con le società che li impiegano, tra cui Foodora, Deliveroo, JustEat, Glovo, Domino's Pizza, Social Food, Uber Eats e Mooveda. La decisione è arrivata dopo le dichiarazioni di Foodora di abbandonare il mercato italiano se il Governo avesse varato una Legge sulle tutele anticipate dal ministro Di Maio, come il riconoscimento di lavoro subordinato. Dopo la riunione del 18 maggio, il ministro si è dichiarato soddisfatto e ha sottolineato di cercare una mediazione tra le parti: "Vogliamo assicurare delle tutele minime ai lavoratori della gig economy. Abbiamo due strade: una è quella in cui il Governo vara una norma in cui si stabiliscono i contenuti minimi retributivi e di tutele assicurative e previdenziali; l'altra è quella di mettere insieme i rappresentanti delle piattaforme e dei rider per costruire un nuovo modello di contratto che riguarda i lavori del futuro".
Il ministro prosegue spiegando che "ho proposto questa soluzione ai rappresentanti di alcune delle principali aziende nazionali e multinazionali che operano in questo campo – ha aggiunto il titolare del Dicastero - ed ho raccolto la loro disponibilità ad avviare un dialogo, per portare avanti il loro modello di business offrendo ai lavoratori un livello maggiore di tutele e garanzie. L'auspicio è che si arrivi al primo contratto collettivo nazionale della "gig economy": una grande ambizione che abbiamo e porteremo avanti come Governo". E ha ammonito che se non si troverà in tempo breve un accordi, procederà con un Decreto Legge.
Intanto, i sindacati confederali ricordano al ministro Di Maio che una base di partenza c'è già ed è il riconoscimento della figura del rider apparso nel rinnovo del CCNL Logistica, Trasporto merci e Spedizioni firmato lo scorso dicembre. Il testo dell'accordo però, rimandava a una trattativa separata le definizione dell'attività e della parte economica. Secondo i sindacati, quindi, non serve una Legge specifica, ma basta riaprire il confronto sul contratto nazionale, che può stabilire tutele, diritti, regole e salario.
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