Se fosse un romanzo giallo, si potrebbe dire che c’è una vittima illustre in seguito alla decisione del Consiglio comunale di Galliate che ha affossato il piano logistico proposto da Develog e conosciuto con il nome di Novara Ecologistica. Chi ne paga le conseguenze, suo malgrado, è il Cim, l’Interporto di Novara. Per comprendere che cosa è successo, occorre subito chiarire che l’iniziativa immobiliare di Develog e le legittime aspettative del Cim, rappresentano due progetti diversi, presentati da due enti che non hanno neppure la stessa compagine sociale. Nonostante questo, i due progetti sono finiti accomunati nella stessa pratica urbanistica che sposa una visione unica dell’insediamento logistico.
La delibera con la bocciatura dell’accordo di programma, approvata tra l’altro senza voti contrari, da parte del Consiglio comunale di Galliate, ha affossato i progetti nel loro complesso. E così il Cim perde, almeno per ora, l’opportunità di realizzare un nuovo parcheggio destinato alla sosta dei veicoli industriali e dotato di 280 stalli. Per l’interporto di Novara questa esigenza è vitale, soprattutto per garantire la sosta durante i periodi di fermo dei mezzi, costretti a trovare parcheggio occasionale nelle strade adiacenti al centro intermodale.
Il Cim, da questo punto di vista, paga un po’ il prezzo del suo successo e dell’esigenza di disporre di maggiori spazi e di nuove strutture. Secondo fonti aziendali, sono 90 le coppie di treni intermodali settimanali gestiti dalla struttura novarese controllata dal gruppo Hupac, ma ci sono spazi per un’ulteriore crescita. Per potenziare gli impianti ferroviari il Cim ha in corso investimenti per otto milioni di euro, mentre nei primi mesi del 2025 dovrebbero concludersi i lavori di adeguamento del raccordo con lo scalo del Boschetto. In prospettiva però ci sarà un ulteriore salto di qualità in quanto le attuali gru semoventi saranno sostituite da quelle elettriche a portale con un sensibile incremento della capacità insieme a una maggiore sicurezza nella movimentazione.
Per tornare all’origine della decisione che ha coinvolto anche il Cim, c’è da dire che la mozione approvata dal Consiglio comunale di Galliate rappresenta una brusca interruzione per il progetto di Novara Ecologistica. Anche se il territorio di Galliate è solo marginalmente coinvolto in quanto la porzione principale dell’insediamento ricade sulla frazione Pernate di Novara, tutti i soggetti interessati avrebbero dovuto dare il loro assenso all’unanimità. Il fatto che Galliate si sfili dall’intesa, congela ogni ipotesi di progetto.
Che cosa accadrà adesso? La società Develog potrebbe presentare una nuova proposta di polo logistico, rivisto e ridotto nelle dimensioni e nelle funzioni, privilegiando soprattutto quelle intermodali secondo lo spirito della programmazione urbanistica in quest’area, anche se questo comporta il fatto di ripartire da zero con un nuovo iter amministrativo. Ma potrebbe anche ricorrere al Tar e impugnare la delibera approvata da Galliate dopo che Novara aveva già espresso il suo consenso. La vicenda è più che mai aperta.
Piermario Curti Sacchi