Pochi giorni dopo il sequestro adottato dalla Procura di Torino nei confronti di Amazon (e di Gls e Sda), anche quella di Milano ha comunicato il 23 luglio 2024 un’operazione analoga contro il colosso del commercio elettronico e, in particolare, contro la sua controllata Amazon Italia Transport, cui ha sequestro 120 milioni di euro per frode fiscale e “caporalato digitale”. L’indagine riguarda le attività di consegna nell’ultimo chilometro e ha messo sotto indagine tre dirigenti che hanno firmato la dichiarazione dei redditi tra il 2017 e il 2022.
L’inchiesta colpisce soprattutto la strategia di subvezione attuata dalla multinazionale per le consegne, denominata Dsp Program. Secondo gli inquirenti, non si tratterebbe di una rapporto di lavoro autonomo, ma un “caporalato digitale”. In pratica, il software di Amazon Italia Transport organizzerebbe completamente il lavoro dei corrieri. Lo farebbe, affermano i magistrati, “operando su ciascun dipendente un controllo diretto in ordine alla corretta esecuzione delle direttive veicolate dallo strumento informatico, con esercizio diretto da parte di Ait di poteri di datore di lavoro anche nei confronti di addetti che formalmente non sarebbero alle proprie dipendenze”.
Tra Amazon e chi consegna fisicamente le merci sarebbero interposte società “serbatoio”, in genere cooperative, che fatturano a consorzi “filtro”, che a loro volta fatturano ad Amazon. Gli inquirenti avrebbero scoperto irregolarità fiscali e contributive nelle società “serbatoio” che avvantaggerebbero fiscalmente anche il primo committente, ossia Amazon. Quest’ultima può anche agire con prezzi competitivi proprio per i risparmi dovuti a questa struttura piramidale.
I magistrati affermano che “in concreto esiste un’unica entità economica, diretta, gestita ed organizzata sotto tutti i profili da Amazon Italia Transport stessa, che esercita i determinanti poteri del datore di lavoro interagendo con il personale addetto alle consegne di ultimo miglio anche con le ulteriori denominazioni di Amazon Logistics o Amazon Prime”.
Questa è l’ennesima indagine aperta dalla Procura milanese per frode fiscale e sfruttamento del lavoro nell’ambito della logistica, utilizzando sempre lo schema delle società “serbatoio” e “filtro”. I casi precedenti hanno colpito imprese sia del trasporto e della logistica (tra cui Dhl, Gls, Uber, Brt, Geodis, Ups, Gs, Gxo, Schenker), sia i loro committenti, tra cui spicca Esselunga.