Giovedì 12 gennaio 2017 – presso la Camera del Lavoro di Firenze – si è svolta la conferenza stampa di presentazione della prima approfondita indagine sulle condizioni dei lavoratori del comparto logistico nella regione Toscana. Il progetto dal titolo "Logistica e Sfruttamento lavorativo. Un'indagine nell'area metropolitana fiorentina" è stato realizzato dalla cooperativa sociale Cat su iniziativa della Filt Cgil Toscana e Firenze. Lo studio parte dal territorio e mira a ricostruire processi e dinamiche dello sfruttamento lavorativo nel settore della logistica, attraverso l'esperienza diretta di lavoratrici e lavoratori.
Dall'aprile 2015 a ottobre 2016 i responsabili della ricerca hanno effettuato trentuno interviste anonime con lavoratori e delegati Filt Cgil impegnati in tre diversi rami di attività: autisti di trasporti a lunga percorrenza, corrieri e magazzinieri presenti, soprattutto, nell'area tra Firenze e Prato. "Se prendi un autovelox o se investi qualcuno per la strada sono affari tuoi, in caso di incidente uguale, se hai torto paghi la franchigia del furgone ed eventualmente i danni"; "Tredici/quattordici ore di lavoro quotidiane, con uno stipendio di cinquantacinque euro al giorno con ferie e malattia non pagate. Dalla mattina alle sei fino alla sera alla otto e certe volte senza pausa per finire le consegne.
"Un massacro, se non ti va bene la porta è quella. I ricatti più frequenti sono legati all'orario, ai ritmi, con minacce di sospensioni e tagli allo stipendio". Queste sono solo alcune testimonianze raccolte nell'indagine, dalla quale emerge che il tempo imposto nel trattare e trasportare la merce è uno degli elementi centrali alla base dell'abuso nei confronti delle maestranze.
Alcuni corrieri richiedono di realizzare un numero di consegne giornaliero insostenibile rispetto agli obblighi inerenti all'orario e al riposo imposto dal contratto nazionale, oppure datori di lavoro suggeriscono agli autisti di lunga percorrenza, di manomettere gli strumenti di controllo e rilevazione del tempo di guida. Inoltre, straordinari non pagati, ferie cancellate, pressioni per lasciare il sindacato e cambi di turno senza preavviso, il tutto attraverso insulti, vessazioni e ricatti, come il non essere chiamati a lavorare se si pretende la regolarità dei permessi di circolazione o l'igienizzazione del camion. Una condizione problematica, che porta conseguenze anche sulla salute psicofisica dei lavoratori: infatti sono emersi casi di utilizzo di sostanze stupefacenti e psicofarmaci per sopportare tensione e stress.
"Le dinamiche di sfruttamento, accelerate dal fenomeno dell'e-commerce, agiscono soprattutto sui punti deboli che caratterizzano il lavoro nel settore: il precariato, l'operatore straniero, l'eccesso di straordinari, la violazione delle norme sull'orario e in materia di sicurezza e igiene. La situazione in Toscana è a macchia di leopardo: in alcune zone è il far west, in altre le aziende, anche multinazionali, hanno capito l'importanza di fare passi avanti e si sono firmati accordi che hanno portato netti miglioramenti. Ma ora si deve fare di più", ha dichiarato Gabrio Guidotti di Filt Cgil Toscana.
Davide Debernardi
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