Durante il Forum di Cernobbio, l'Ufficio Studi di Confcommercio ha presentato una ricerca sui costi delle inefficienze amministrative sul trasporto, soprattutto su quello stradale e marittimo. "Nella differenza tra tempo congruo, con un'amministrazione efficiente, ed effettivo, sperimentato sul campo dalle imprese, per le imprese di navigazione nei traghetti e mezzi veloci i ritardi cumulati generano un danno di 140 milioni di euro l'anno, mentre per quelle dell'autotrasporto il danno in termini di mancato fatturato è di 790 milioni di euro e supera i 260 milioni in mancato guadagno", afferma la confederazione.
Ma quali sono queste inefficienze e quanto costano singolarmente? Nell'autotrasporto in cima alla classifica del mancato fatturato c'è la revisione annuale degli autoveicoli costa 568 milioni l'anno, pari all'1,3% del fatturato. L'iscrizione ai registri del Pra e della Motorizzazione costa altri 158 milioni (0,4% del fatturato) e l'iscrizione al Ren costa quasi 61 milioni (0,1% del fatturato).
"Il sottodimensionamento delle Motorizzazioni e l'allungamento dei tempi necessari alla verifica dei veicoli introdotta in via amministrativa ha generato anche un aggravio dei costi valutato in circa 50 euro per pratica, che aggiungerebbe ulteriori 25 milioni di euro ai costi registrati oggi per il complesso del comparto", spiega Confcommercio.
Sulle revisioni è intervenuto al margine del convegno il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, affermando che già ora "il ministero dei Trasporti ha risorse per assumere 280 ingegneri da destinare al controllo tecnico annuale dei veicoli, ossia la revisione, risolvendo il problema che oggi alcune Motorizzazioni non fanno le revisioni causando un danno enorme alle imprese di autotrasporto". Le Motorizzazioni affrontano il problema con un timbro che autorizza la circolazione del camion anche senza la revisione, ma ciò vale solo nel territorio italiano, mentre all'estero non ha alcun valore. "Se il ministero ha le risorse per assumere il personale necessario, perché non lo fa?", chiede Uggè.
Nel trasporto marittimo (si parla di ro-ro), il costo maggiore, pari a quasi 119 milioni di euro l'anno, deriva dalla certificazione imposta dalla ex Legge numero 616 del 1962 e altri 23 milioni derivano dalla certificazione ex Decreto legge numero 28 del 2001. Confcommercio afferma che "la burocrazia frena anche le ferrovie, dove pesano i criteri per il rilascio dei certificati di sicurezza, i criteri per il calcolo dei pedaggi nei traffici internazionali, le regole di composizione degli equipaggi". In quest'ultimo caso, Confcommercio chiede l'abolizione dell'obbligo del conducente unico sui convogli merci. La confederazione stima che il doppio conducente pesa alle imprese ferroviarie italiane il dieci percento del suo costo industriale.
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