La prima riunione sulla cassa integrazione Artoni è terminata senza alcun risultato concreto e la questione è rinviata alla prossima riunione stabilita per il 26 aprile. Lo annuncia la Filt Cgil in una nota dove il sindacato prende anche una posizione piuttosto dura contro l'azienda emiliana. Si legge, infatti, che "la prima cosa da evidenziare è l'assoluta irresponsabilità della proprietà Artoni e l'inadeguatezza che anche dall'incontro di oggi (5 aprile, ndr) è trapelata".
Il sindacato afferma che la richiesta di cassa integrazione stilata da Artoni è "assolutamente irricevibile rispetto alle normative vigenti" per tre motivi: è rivolta genericamente a tutto il personale, non parla della continuità delle attività aziendali (necessaria per avviare la cassa integrazione) e neppure di quella di un risanamento aziendale e della possibilità di riaprire altri impianti, oltre a quelli di Genova e Trieste (citati nell'accordo di cessione di ramo d'azienda a Fercam).
Su questi punti, prosegue la fonte sindacale, lo stesso ministero del Lavoro avrebbe espresso dubbi, perché mancano gli impegni necessari per concludere positivamente la procedura di cassa integrazione. Dopo tali dubbi, "la rappresentanza aziendale si è dichiarata pronta ad abbandonare ogni richiesta di cigs e passare all'apertura di una procedura di mobilità", afferma la nota sindacale, precisando che l'azienda avrebbe anche chiesto "di essere sollevata dall'onere dei futuri stipendi".
A proposito di stipendi, il sindacato ha chiesto il pagamento immediato dei tre mesi arretrati e l'emissione del cedolino di marzo. Infine ha chiesto di garantire ai lavoratori la possibilità di accedere alla cassa integrazione speciale "attraverso una necessaria assunzione di responsabilità della proprietà di Artoni".
L'incontro, secondo la Filt, è proseguito con una "accesa discussione", terminata con l'accordo di aggiornare l'incontro sulla cassa integrazione al 26 aprile. In questo periodo, l'azienda dovrebbe attuare le azioni necessarie per ottenere l'ammortizzatore sociale. Sia il sindacato, sia i responsabili dell'Artoni s'incontreranno prima di tale data con la Direzione Ammortizzatori Sociali del ministero del Lavoro. Da un lato, Artoni dovrebbe rendere la richiesta di cassa integrazione coerente alla normativa, dall'altro il sindacato sosterrà che questo provvedimento è compatibile con la situazione dell'azienda. Però, ammonisce la nota sindacale, "la strada è molto più in salita soprattutto in ragione della superficialità e degli errori commessi dalla proprietà aziendale".
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