Saranno ben quattrocento i dipendenti del Gruppo Kering che passeranno dalle sedi del Canton Ticino a quelle di Novara. La maggior parte di questi lavoratori sono italiani che oggi fanno i frontalieri dalle provincie di Como e Varese ma che dal 2020 torneranno a lavorare in Italia. Il primo lotto di cento persone si trasferirà da Cadempino il prossimo giugno e in gran parte svolgono il controllo di produzione. Il processo sarà graduale e il trasferimento degli da Bioggio e San Antoninosi concluderà entro il 2021, rendendo così più consistente il Polo del Lusso di Novara dove già il Gruppo francese opera, ma dove dove sono insediati anche Prada, Versace, Zamasport ed Ermenegildo Zegna.
Kering svolge la logistica a Cadempino da vent'anni e secondo fonti svizzere i dipendenti nella Confederazione passeranno da 800 a 400. In una nota, Kering precisa che "le strutture logistiche oggi presenti in Ticino continueranno ad operare, seppur con una sostanziale riduzione delle attività con conseguente ridimensionamento del personale impiegato". Le attività logistiche di Kering si svolgeranno a Trecate in una piattaforma che, secondo la società, permetterà "una maggiore capacità di stoccaggio e scalabilità, in linea con la crescita dei volumi, e soddisferà la crescente domanda di interconnessione con i principali hub di trasporto". La società francese spiega che "nel contesto di una riflessione più approfondita sull'adeguatezza della rete logistica mondiale, il Gruppo ha deciso di introdurre un nuovo modello operativo, con una sostanziale riorganizzazione e semplificazione dell'attuale struttura logistica, con nuovi investimenti negli Stati Uniti, Asia e Italia. Come conseguenza delle considerazioni di cui sopra, la maggior parte delle attività logistiche svizzere sarà centralizzata in un unico polo logistico in Italia, che sarà dimensionato per la crescita futura".
Ma questo trasferimento potrebbe essere causato anche da motivi fiscali. Infatti, all'inizio di maggio 2019, Kering ha annunciato un accordo con l'Agenzia delle Entrate italiana, che aveva contestato al Gruppo francese il mancato pagamento delle imposte causato dalla controllata svizzera Luxury Goods International, il ramo logistico del Gruppo. In una nota l'azienda scrive di avere "riconosciuto che le pretese avanzate durante la verifica fiscale riguardano sia l'esistenza di una stabile organizzazione in Italia nel periodo 2011-2017 con i relativi utili, sia i prezzi di trasferimento applicati da LGI nello stesso periodo con la parte correlata Guccio Gucci Spa". Questo accordo prevede il pagamento al Fisco italiano di imposte per 897 milioni di euro, più sanzioni e interessi, per un totale di 1,25 miliardi di euro. Secondo Mediapart, la logistica di Gucci in Canton Ticino pagava un'aliquota fiscale dell'8%.
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