Il fronte sindacale di Amazon inizia il mese di luglio 2024 con due azioni attuate dalla Filt Cgil: una a Milano che riguarda gli autisti delle consegne dell’ultimo chilometro e un’altra a Bergamo dei lavoratori della logistica di Cividate. A Milano, il sindacato contesta al colosso del commercio elettronico due cose: l’insufficiente copertura assicurativa dei furgoni e l’applicazione della contestazione disciplinare sulla “scarsa produttività”. La Filt milanese ha ricevuto diverse segnalazioni di autisti che hanno dovuto pagare somme ingenti, fino a mille euro, per danni ai veicoli causati da incidenti.
Sono cifre che per chi opera in part-time significano la retribuzione di un mese. Eppure, sottolinea la sigla sindacale, questi furgoni sono coperti da assicurazione, che evidentemente non è sufficiente per coprire i danni. È un problema che riguarda soprattutto i conducenti di recente assunzione. Quindi la Cgil chiede ad Amazon una franchigia uguale per tutti gli autisti, compresi quelli che lavorano per la società da meno di sei mesi, oppure una copertura Casco.
La seconda rivendicazione, che è in un certo senso collegata alla precedente, riguarda le sanzioni disciplinari erogate per “scarsa produttività”, che si traducono nella maggior parte dei casi in trattenute sulla retribuzione. In concreto, spiega i sindacato, ciò avviene soprattutto quando l'autista non rispetta i tempi di percorrenza, che sono stabiliti da un algoritmo per la consegna di ogni pacco. Secondo la Filt, questi provvedimenti sono “sproporzionati”.
Nel 2022 si svolse una sciopero nell’impianto di Origgio per ritirare la sospensione di un lavoratore, che si concluse col ritiro del provvedimento. Amazon ha risposto di lavorare a stretto contatto con i fornitori “per definire insieme obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti”, precisando che “le rotte sono programmate in modo da tener conto di pause e pasti, consentendo alla maggior parte degli autisti di terminare le consegne prima della fine del turno".
A Bergamo la mobilitazione è iniziata all’interno della piattaforma logistica di Cividate. In questo caso, la Filt denuncia i controlli svolti con telecamere e tramite login, affermando che tale pratica sarebbe contraria alle prescrizioni dell’Ispettorato del Lavoro. In una nota, il sindacato spiega che esisterebbe una classifica dei lavoratori, sulla base della loro velocità a lavorare i pacchi. A sostengo di questa dichiarazione, la Filt afferma di avere immagini di testi apparsi nei terminali del magazzino che mostrano messaggi come “per ora prima posizione X, seconda posizione Y, terza posizione Z, quarta… tutti gli altri in coda ma siete abbastanza vicini, diamoci dentro andiamo al massimo”.
La nota precisa nell’impianto di Cividate operano 46 telecamere esterne e 437 interne e una fotografia scattata alla sala monitor mostrerebbe una telecamera puntata direttamente su due lavoratori. La Filt riporta il testo dell’Ispettorato del Lavoro che ha autorizzato l’uso delle telecamere: “L’impianto, che registrerà solo le immagini indispensabili, sarà costituito di telecamere orientate verso le aree maggiormente esposte ai rischi di furto e danneggiamento (limitando l’angolo delle riprese ed evitando, quando non indispensabili, immagini dettagliate). L’eventuale ripresa dei lavoratori avverrà esclusivamente in via incidentale e con criteri di occasionalità”.
Secondo Pierluigi Costelli, della segreteria della Filt di Bergamo, “l’accesso alle registrazioni dei filmati dovrebbe avvenire solo dietro comunicazione ai lavoratori, comunicazione mai avvenuta, malgrado si abbia la certezza che la visione delle immagini avviene quotidianamente, e per giunta in diretta, modalità che non dovrebbe nemmeno essere contemplata”. Quindi, la Filt chiede “che venga impedito anche solo potenzialmente il monitoraggio dei dipendenti e che ai lavoratori sia permesso di accedere alle postazioni senza l’utilizzo di alcuna login. Per quanto riguarda l’utilizzo delle immagini del sistema di videosorveglianza, chiediamo che vengano istituite delle commissioni come accade in tutte le aziende che rispettano la normativa in materia, commissioni delle quali facciano parte le Rsa”.
La Filt contesta anche i controlli con scanner all’uscita dell’impianto, che non sarebbero stati concordati con il sindacato e neppure autorizzati e che richiedono attese di una decina di minuti, che non sono retribuite. La mobilitazione del sito bergamasco prevede l’inizio dello stato di agitazione dal 14 luglio 2024, con possibilità di bloccare il lavoro straordinario. Inoltre, la Filt ha invitato i lavoratori a non sottoporsi ai controlli in uscita.