La nuova ondata di pandemia della Covid-19 causata dalla variante Omicron del virus SarsCov2 sta causando ulteriori ritardi nella filiera logistica globale, che già sta soffrendo di questo problema da un paio d’anni. A novembre, per esempio, il Global Liner Performance di Sea Intelligence mostra che solo il 33,6% delle portacontainer è arrivata puntuale nei porti. Ma a gennaio la situazione sembra peggiorare, come dimostra il caso della Cina, dove il Governo ha messo in quarantena o comunque sotto stretto controllo le città di Xi'an, Yuzhou, Ningbo e Tianjin. Sono località importanti per il trasporto marittimo e ferroviario internazionale, il cui l’inevitabile rallentamento delle attività logistiche causato dal personale malato o confinato si ripercuotono sui traffici globali. Pure l’aeroporto di Hong Kong ha avuto un parziale blocco del traffico aereo delle merci.
Anche i porti statunitensi stanno subendo i primi effetti di Omicron. Il Wall Street Journal scrive che questa variante sta ostacolando l’impegno a smaltire le oltre cento navi in attesa davanti al sistema portuale di Los Angeles e Long Beach, che è la principale porta di accesso delle merci asiatiche, a causa dell’aumento dei contagi tra i portuali. La Pacific Maritime Association dichiara che al 10 gennaio 2022 circa ottocento lavoratori, pari al dieci percento della forza lavoro giornaliera di questi scali, erano assenti per motivi legati alla Covid-19, ossia che mostravano sintomi, erano positivi o in quarantena, oppure aspettano i risultati dei test. Nel giro di pochi giorni, precisa l’associazione, il numero delle assenze è passato da poche decine a 150 al giorno, al punto che il 10 gennaio ben tredici navi non hanno potuto caricare o scaricare a causa della mancanza di lavoratori in banchina. Nello stesso giorno il Marine Exchange of Southern California ha registrato 102 navi ancorate in rada per aspettare il loro turno di approdo.
In Europa stanno emergendo le prime conseguenze nel trasporto terrestre. TrasportoEuropa ha già parlato dei problemi che stanno incontrando le compagnie ferroviarie in Italia, che chiedono l’obbligo vaccinale per il personale viaggiante. In Francia il ministro dell’agricoltura Julien Denormandie ha comunicato il 10 gennaio che il 5% percento dei lavoratori del trasporto e della logistica non lavora per la Covid-19. È ancora poco rispetto al 20% della prima ondata pandemica, ma le Autorità francesi seguono da vicino la situazione. Secondo l’associazione dell’autotrasporto Otre, l’assenteismo per Covid-19 è del 5,7% tra gli autisti di veicoli industriali. Intanto, il ministero dei Trasporti francese ha attivato un’unità di crisi per garantire la distribuzione di beni essenziali nel caso di aggravamento della situazione. Sono previsti due incontri settimanali che i rappresentanti delle imprese di autotrasporto.