La carenza di autisti di veicoli industriali ha acceso un faro sull’importanza dell’autotrasporto e, più in generale dell’intera filiera logistica, che è stata in prima linea durante la pandemia di Covid-19. Un settore dove 90mila imprese occupano oltre un milione di lavoratori, di cui quasi un terzo nel trasporto stradale. La pandemia ha colpito questo settore, ma in misura minore degli altri: secondo l’Inps, nel secondo semestre del 2020 il 35% del personale della logistica e dei trasporti ha dovuto affrontare la cassa integrazione, il dieci percento in meno rispetto alla media nazionale.
Per fare il punto sull’occupazione nel settore, la piattaforma digitale Packlink ha svolto una ricerca sulle professionalità più richieste dal comparto, individuandone cinque. Al primo posto ci sono ovviamente gli autisti di veicoli industriali, ma ci sono altri profili sedentari, negli uffici o nei magazzini. Le altre funzioni richieste sono quelle del responsabile del traffico; del responsabile della catena di fornitura (Supply Chain Manager), profilo multi-disciplinare che può ottenere retribuzioni fino a 50mila euro; l’analista dei dati (Data Analyst); il responsabile di magazzino.
“Molte di queste professioni appena dieci anni fa non esistevano nella loro forma attuale e questo è dovuto all'alta tecnologia e alla digitalizzazione del settore”, spiega Noelia Lázaro, direttore marketing di Packlink. “Una tendenza che continuerà nel tempo e, con l'automazione dei centri di distribuzione e l'emergere di veicoli autonomi, ha senso pensare che molti dei futuri posti di lavoro nel settore della logistica non esistono ancora. Questa, oltre ad essere una sfida, è un'eccellente opportunità per il settore di reclutare talenti da altri campi e diversificare e aumentare le nostre capacità”.