Riuscirà un raccordo ferroviario a risollevare le sorti di un interporto di grandi ambizioni ma da sempre eterno incompiuto? Il 5 agosto 2020 la giunta della Regione Abruzzo ha approvato la delibera dell’accordo tra l’ente regionale e Rete Ferroviaria Italiana per realizzare, o meglio, completare, il raccordo ferroviario tra il Centro smistamento merci della Marsica e la stazione di Avezzano. La Regione con questo atto ha anche deliberato lo stanziamento di un contributo di 300 mila euro a favore dell’intervento.
Progettato e avviato nella prima metà degli anni Novanta del secolo scorso, il Centro ha assorbito notevoli risorse, ma non è mai decollato, oltretutto non avendo un vero gestore operativo, a tal punto che ha trovato una sua ragione di essere a partire dal terremoto del 2009 ospitando al suo interno i depositi della Croce Rossa e della Protezione civile a servizio di tutta la regione.
La struttura logistica può contare su una connessione diretta con il casello di Avezzano dell’autostrada A25, mentre il raccordo ferroviario tra l’ingresso del terminal e l’uscita della stazione di Avezzano, lungo poco più di due chilometri, è stato interamente posato, ma mai collegato alla rete nazionale. Di fatto è come se non ci fosse e la delibera della Regione cerca di porre rimedio almeno a questo aspetto, tipica storia di ordinaria burocrazia.
Il Centro della Marsica, localizzato ai margini della Piana del Fucino, dispone di strutture di tutto rispetto, una decina di capannoni, tra magazzini e palazzina per uffici, comprese aree doganali e servizi sanitari e officina meccanica. Anche lo scalo ferroviario interno potrebbe giocare un suo ruolo con due binari lunghi 500 metri ciascuno per servizi intermodali su piazzale pavimentato di oltre 55 mila metri quadri, quattro binari a servizio dei magazzini con ribalta, un binario con piano caricatore, due binari di servizio e un binario con rimessa.
A questo punto, completare il raccordo ferroviario con Avezzano appare un atto dovuto, ma c’è da chiedersi se questo da solo può rappresentare la carta vincente per riqualificare e rilanciare una struttura rimasta nel limbo. La realtà è che Avezzano si trova sulla linea Roma-Sulmona-Pescara, un itinerario tutt’altro che vocato alle merci e tanto meno ad alta capacità. Tra Avezzano e Sulmona la tratta presenta caratteristiche di linea di montagna con pendenze fino al 27 per mille e curve di raggio ridotto, mentre il modulo dei binari di incrocio non supera i 400 metri (poco più della metà dello standard europeo). Anche tra Sulmona e Pescara il modulo binari è ridotto e la pendenza raggiunge il 14 per mille. Pur essendo una linea ferroviaria elettrificata, non consente pertanto l’inoltro di treni merci di robusta composizione.
Piermario Curti Sacchi