La logistica è stata una delle attività su cui si è focalizzata l'azione dei sindacati di base durante lo sciopero generale del 21 ottobre 2016, causando fermi e rallentamenti delle attività in diversi impianti distributivi dei corrieri espressi, il segmento della logistica dove queste sigle sono più attive e rappresentate, e negli interporti. Tra i punti dove la protesta è partita per prima è la piattaforma ortofrutticola del Caat di Torino, dove già mezz'ora dopo la mezzanotte di venerdì un gruppo di facchini ha bloccato gli accessi, sostenuto da lavoratori di altri corrieri espressi. Il mercato è stato bloccato fino alle tre e mezza, quando è iniziata una carica della Polizia, che ha aperto un varco per i camion. In seguito, i facchini hanno attuato blocchi mobili tra la tangenziale e la piattaforma, con lo scopo d'intralciare il traffico pesante. Un'ora dopo i sindacati hanno levato i picchetti.
Nel Milanese, i sindacati di base sono riusciti a fermare per qualche ora l'attività della piattaforma DHL di Settala e dell'impianto SDA di Carpiano. Un altro punto caldo dello sciopero è stata l'area di Piacenza, dove sorgono diverse piattaforme logistiche e dove i Cobas hanno in corso da tempo vertenze. Proprio in questa zona, pochi giorni fa è stato investito da un camion il sindacalista Abd El Salam, mentre stava attuando un picchetto alla GLS. Dopo alcuni blocchi attuati la mattina, i facchini hanno svolto nel pomeriggio un corteo a Castel San Giovanni e poi hanno bloccato i magazzino SDA di Monticelli d'Olgina.
A Bologna, Parma e Padova la protesta si è focalizzata negli interporti. In quello del capoluogo emiliano i facchini hanno picchettato l'accesso alla cinque del mattino, impedendo il transito dei camion. A Padova i presidi sono iniziati un'ora prima, sempre all'ingresso. Disagi anche all'interporto di Nola, dove i camion non hanno potuto entrare dalle 6:00 alle 8:00. Singole piattaforme sono state presidiate anche a Brescia, Roma e Verona.
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