Secondo gli inquirenti, l'impresa ha "sede dichiarata in Turchia e di fatto operante in Italia" e con questo stratagemma avrebbe nascosto al Fisco ricavi per ben 107 milioni di euro. L'azienda ha comunicato alla Camera di Commercio solamente un ufficio di rappresentata a Trieste, che può svolgere solamente attività di rappresentanza senza essere obbligata a obblighi contabili e fiscali. Invece, le Fiamme Gialle ritengono - dopo un'indagine sviluppata tramite l'analisi di rapporti commerciali con clienti e fornitori, di banche dati e risultanze extra-contabili - che la struttura italiana era "una vera e propria sede fissa d'affari".
L'ufficio svolgeva prestazioni e servizi di logistica e autotrasporto a favore di società straniere, mostrando "una concreta capacità gestionale, finanziaria e imprenditoriale, idonea a produrre reddito strumentale all'attività di impresa esercitata dalla casa madre, da tassare però nel nostro Paese". Al termine dell'indagine, la Finanza ha denunciato l'amministratore italiano dell'organizzazione, che da anni risiede a Trieste, per omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali relative alle annualità di imposta dal 2010 al 2014.
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