L'industria della logistica e dei trasporti italiana nel biennio appena trascorso ha compiuto un piccolo passo indietro. Lo sostengono i risultati del Logistics Performance Index 2016 appena pubblicati dalla World Bank, secondo cui l'Italia retrocede a livello mondiale di una posizione, dal 20° al 21° posto, sulla base dei voti (da un minimo di 1 a un massimo di 5) che vengono assegnati a fattori come procedure doganali, infrastrutture, spedizioni internazionali, qualità e competenza logistica, tracciamento digitale e puntualità delle spedizioni.
Rispetto al 2014 (l'indice è biennale) il sistema logistico italiano ha fatto segnare un lievissimo miglioramento sul fronte delle procedure doganali (valutazione passata da 3,36 a 3,45 e 27° posto al mondo) e delle capacità logistiche (dal 23° al 21° - da 3,62 a 3,77). Stabile invece la dotazione infrastrutturale (da 3,78 a 3,79; 19° al mondo), così come le spedizioni internazionali (17° posto; da 3,54 a 3,65) e il rispetto dei tempi nelle spedizioni (22° posto mondiale; da 4,05 a 4,03). Secondo l'indicatore della Banca Mondiale, l'Italia perde invece terreno sul fronte tecnologico poiché il punteggio raggiunto sul fronte "tracking & tracing", seppure salito di pochissimo da 3,84 a 3,86, implica uno scivolamento dalla posizione 14 alla 20.
Alcune associazioni di categoria della logistica si sono espresse con commenti critici a questi risultati che già in passato avevano sollevato critiche sull'affidabilità delle rilevazioni alla base dell'indagine. In primis Nereo Marcucci, presidente di Confetra, che ha detto: "La retrocessione rispetto al 2014 fa a pugni sia con le opinioni da me ascoltate nelle assemblee annuali delle associazioni aderenti che hanno dato atto all'Agenzia delle Dogane di ulteriori miglioramenti, sia con fatti conclamati come la diffusione dello sdoganamento in mare e dello sportello unico. Credo che la Banca d'Italia abbia il dovere di rappresentare nuovamente alla Banca Mondiale forti perplessità circa l'efficienza degli indicatori e dei metodi di rilevazione che, come sappiamo, sono tutt'altro che rappresentativi di un campione statisticamente attendibile".
Alle parole di Marcucci hanno fatto seguito anche quelle di Giuseppe Pelleggi, direttore dell'Agenzia delle Dogane, che ha voluto dire la sua rilevando le incongruenze evidenti fra due studi della stessa Banca Mondiale: "Non si capisce com'è possibile che alla voce trading across boarder (commerci attraverso la frontiere, ndr) nel rapporto Doing Business l'Italia sia passata in un anno dal 37° al primo posto, mentre nel Logistics Performance Index, indice che non sappiamo come viene costruito, le Dogane vengono classificate al 27° posto. Mi pare che questa valutazione non rifletta la posizione della Dogana italiana nei confronti degli altri Paesi, sia comunitari che extracomunitari. Dovrebbero spiegarci com'è possibile che, nello stesso arco di tempo, in un indicatore l'Italia cresce e nell'altro rimane ferma".
Nicola Capuzzo
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