Gli autisti delle imprese che svolgono le consegne nell’ultimo chilometro per Amazon in Emilia Romagna sono in stato di agitazione dall’8 novembre 2023. Lo hanno stabilito le assemblee indette dalla Filt Cgil regionale negli impianti di Bologna, Rimini, Piacenza e Parma. Il sindacato ha avviato la vertenze contro i tempi di consegna considerati “irrealistici” e stabiliti in maniera unilaterale dal colosso del commercio elettronico tramite algoritmi. La sigla spiega che “il problema per i lavoratori è che tale sistema è finalizzato unicamente ad aumentare i profitti di Amazon senza nessuna considerazione del benessere degli operatori, in quanto è fondato su tempi di consegna non realistici e pretenziosi che mettono a rischio la sicurezza degli autisti in strada”.
La Filt chiede l’apertura di una contrattazione sulla questione dei carichi di lavoro e non esclude azioni di sciopero. Dopo la proclamazione dell’agitazione, Amazon ha risposto di lavorare “a stretto contatto con i nostri fornitori per pianificare le loro esigenze operative" e definire “obiettivi realistici che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti”. La società spiega che i fornitori di trasporto hanno un contratto di secondo livello che ha ridotto l’orario di lavoro degli autisti da 44 a 43 ore il primo giugno 2022 e a 42 ore il primo giugno 2023.
Amazon precisa anche che “la quasi totalità dei corrieri termina le consegne entro l’orario contrattualmente previsto e le aziende di consegna supportano i loro dipendenti in caso di necessità operative. Nel caso in cui una rotta non venga completata entro l’orario lavorativo, i pacchi non consegnati vengono riprogrammati per la consegna il giorno successivo”.