Secondo il quotidiano, il 15% della società toscana di spedizioni e logistica Savino Del Bene passerà nelle mani del Gruppo MSC, nell'ambito di una operazione più ampia di compravendita del 50% detenuto dagli eredi dell'ex socio Silvano Brandani, morto nell'autunno del 2013. Il restante 85% sarà nelle mani di Paolo Nocentini (attualmente detentore del 50%).
Nel dettaglio, si tratta di un'operazione di leverage buy-out (acquisizione attraverso debito) con l'intervento di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Bnl che, tra prestiti ponte e rifinanziamenti, metteranno in campo 260 milioni di euro. Il passaggio del 15% rientra infatti nel più ampio riassetto azionario della Savino Del Bene, che viene definito come "il primo gruppo italiano di spedizioni e logistica con 1,14 miliardi di ricavi a budget 2015 e oltre 3 mila dipendenti, una multinazionale dei trasporti con la testa a Scandicci (Firenze) e uffici in ogni angolo del globo dove organizza le spedizioni delle griffe del lusso (Diesel, Moncler, Ferragamo, Versace), aziende alimentari (Barilla, Lavazza, Illy) e farmaceutiche (Menarini, Zambon, Bracco)".
Savino Del Bene è una vecchia conoscenza di Piazza Affari dove è stata quotata fino al 2003, quando i due soci, proprio Nocentini con Silvano Brandani, che assieme l'avevano rilevata da un fallimento bancario, decisero di delistarla e dividersi con il 50% a testa la proprietà. Ci avevano provato due volte a fare ritorno in Borsa, senza fortuna. L'ultima volta con i buoni uffici di Mediobanca, Nomura e Mps, nell'autunno 2013, poco prima della scomparsa di Brandani.
Il riassetto azionario era solo questione di tempo e ora è diventato realtà con il 50% in mano agli eredi Brandani passato di mano per una cifra che, secondo indiscrezioni, sarebbe vicina a 140 milioni. Il 35% l'ha rilevato lo stesso Nocentini con un prestito ponte da 95 milioni assicurato dalle prime quattro banche del Paese, mentre il restante 15% è finito a Gianluigi Aponte che ha così contribuito a rendere sostenibile il buyout.
Questa è la prima fase dell'operazione perché poi la società veicolo con cui è stata condotto l'acquisto del 50% verrà incorporata nella Savino Del Bene e l'indebitamento (vecchio e nuovo) sarà rifinanziato con linee bancarie per 165 milioni che andranno in scadenza fino al 2021. L'esposizione, spiega il quotidiano di via Solferino, appare ben sostenibile dal gruppo che esprime un Ebitda di 55 milioni ed è in forte crescita. Nel primo trimestre ha aumentato i ricavi del 29% su tutte le direttrici di traffico, in particolare Europa e Nord America.
Nicola Capuzzo
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