Si chiama Piano 2020 e vorrebbe essere la rivoluzione del servizio postale, che vuole migrare dalle lettere al digitale e al commercio elettronico. Lo ha presentato l'amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, precisando che il punto principale del programma è la "ridefinizione" del servizio universale postale che "appare disallineato rispetto ai reali bisogni delle famiglie e quindi non più sostenibile dal punto di vista economico". A sostegno della sua tesi, Caio riporta un'indagine dell'Istat, secondo cui il 93% delle persone dichiara di non essere interessato a ricevere quotidianamente la corrispondenza. Inoltre, aggiunge l'amministratore delegato, l'Italia ha un terzo dei volumi di corrispondenza pro capite rispetto ai principali Paesi Europei.
Così, Poste Italiane virerà verso i servizi finanziari e digitali, ma anche verso la logistica, un settore dove finora non ha certamente brillato (prova ne sia il fallimento dell'esperienza Logistica Italia che, in collaborazione con Ferrovie dello Stato, avrebbe dovuto diventare il principale operatore di logistica italiano).
Ma Poste Italiane non si scoraggia e ora si presenta come "campione nazionale di un sistema logistico capillare, competitivo e capace di accompagnare le imprese italiane e i cittadini verso l'e-commerce con offerte innovative che integrano le nostre strutture di recapito, i servizi di pagamento, le possibilità di consegna e ritiro pacchi anche presso i nostri Uffici Postali". L'obiettivo è superare la quota di mercato del 30% nel segmento business to consumer. I concorrenti? I grandi integratori globali e le multinazionali della logistica e dell'e-commerce.
Poste Italiane vuole operare anche nei pagamenti elettronici, tramite il lancio di Poste PayEvolution e delle sim NFC, che permettono di pagare con lo smartphone. E poi, in ambito finanziario intende "ampliare l'offerta di strumenti di risparmio e assicurativi con valenza sociale e di mercato: da un lato per offrire ad ampie fasce di famiglie prospettive di ritorno in un modo a Tasso zero; dall'altro nella promozione di polizze per i rischi legati alla salute, alla casa e alla previdenza in un contesto di contrazione del welfare state".
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